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05 giugno 2025

La sentenza della Cassazione n. 14000 del 2025 fornisce un’importante chiarificazione in materia di responsabilità dei genitori per le violazioni amministrative commesse dai figli minorenni, in particolare in ambito di infrazioni al codice della strada. Analizzando il caso e i principi giuridici applicabili, possiamo ricavare un commento dettagliato sui punti salienti e le implicazioni di questa pronuncia.

 

La sentenza della Cassazione n. 14000 del 2025 fornisce un’importante chiarificazione in materia di responsabilità dei genitori per le violazioni amministrative commesse dai figli minorenni, in particolare in ambito di infrazioni al codice della strada. Analizzando il caso e i principi giuridici applicabili, possiamo ricavare un commento dettagliato sui punti salienti e le implicazioni di questa pronuncia.

1. **Normativa di riferimento e quadro giuridico**  
L’art. 2 della legge 689/81 stabilisce che non può essere soggetto a sanzione amministrativa chi, al momento del fatto, non aveva compiuto 18 anni o non aveva la capacità di intendere e di volere, salvo eccezioni. Tuttavia, nei casi in cui il comportamento illecito sia attribuibile a un soggetto minorenne, la responsabilità ricade sul soggetto tenuto alla sua vigilanza, cioè il genitore o tutore, a condizione che quest’ultimo non abbia dimostrato di aver fatto tutto il possibile per impedire l’evento.

2. **Responsabilità del genitore e obbligo di vigilanza**  
Secondo la norma, la responsabilità del genitore per omissione di vigilanza non è solidale, ma diretta per fatto altrui. Ciò implica che il genitore può essere ritenuto responsabile solo se non ha adottato le misure necessarie per prevenire la condotta illecita del minore. La prova che può escludere la responsabilità riguarda l’aver esercitato la “massima vigilanza” e aver fatto tutto il possibile per evitare che il figlio commettesse l’infrazione.

3. **Il caso specifico e la pronuncia della Cassazione**  
Nel caso esaminato, il genitore era stato condannato per aver consentito al figlio minorenne di condurre un motociclo senza patente. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di merito, evidenziando che il giudice di merito ha correttamente ritenuto la responsabilità del genitore in quanto non aveva dimostrato di aver esercitato la massima vigilanza o di aver fatto il possibile per impedire che il minore guidasse senza patente.

4. **Principio di diritto affermato dalla Cassazione**  
La Cassazione ha ribadito che, in tema di sanzioni amministrative per violazioni al codice della strada commesse da minori, la responsabilità del genitore può essere superata solo dimostrando, con prova rigorosa, di aver esercitato la massima vigilanza e di aver fatto il possibile per impedire il fatto. La responsabilità non si presume, ma richiede una prova positiva da parte del soggetto che si difende.

5. **Implicazioni pratiche**  
Questa pronuncia sottolinea l’importanza per i genitori di adottare tutte le misure di vigilanza necessarie, anche in situazioni in cui il minore possa essere tentato di comportamenti rischiosi o illegali. La semplice presenza in casa o il fatto di aver lasciato il minore in libertà non sono sufficienti; occorre dimostrare di aver fatto tutto il possibile per prevenire comportamenti illeciti.

6. **Risposta alle domande sui soggetti responsabili delle violazioni amministrative**  
In generale, per le violazioni amministrative commesse da soggetti minorenni, la responsabilità non ricade automaticamente sul genitore, ma solo se quest’ultimo non ha adempiuto all’obbligo di vigilanza o non ha provato di aver fatto tutto il possibile per evitarle. La responsabilità diretta del genitore si configura quindi in presenza di una carenza o negligenza specifica nella sorveglianza.

**In conclusione**, la sentenza n. 14000/2025 della Cassazione ribadisce il principio che la responsabilità del genitore in caso di violazioni amministrative commesse dai figli minorenni è subordinata alla prova di aver esercitato la massima vigilanza e di aver fatto tutto il possibile per evitare il fatto illecito. La norma mira a evitare responsabilità automatiche e a sottolineare l’onere probatorio del soggetto che si difende, rafforzando così il principio di responsabilità individuale e di corretta vigilanza genitoriale. 

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