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28 agosto 2025

Consiglio di Stato 2025 - Il Consiglio di stato è stato chiamato a pronunciarsi sul ricorso di un operaio – assunto nel 1992 come xxxx e poi impiegato dal 2001 all’incenerimento di fascicoli segretati per la Presidenza del Consiglio – che ha sviluppato una patologia cronica a cellule capellute. Dopo il rigetto del TAR Lazio, l’interessato ha impugnato dinanzi al supremo giudice amministrativo il mancato riconoscimento della patologia come malattia professionale e ha ottenuto l’accoglimento del reclamo contro Palazzo Chigi e il Ministero dell’Economia.

 


 

 

Il caso della Cassazione n. 29644/2025 riguarda i reati contro la persona, in particolare l’omicidio colposo, e si concentra sulla responsabilità del responsabile dei lavori di demolizione. La decisione fornisce importanti chiarimenti sulla responsabilità penale in ambito di lavori di demolizione, anche in presenza di difese che lamentano vizi occulti originari dell’opera da demolire.

 

La sentenza della Cassazione n. 29660 del 2025 riguardante lo sport e le manifestazioni sportive, in particolare sul tema del Daspo, evidenzia alcuni aspetti fondamentali relativi alle modalità di tutela e alle procedure di convalida delle memorie difensive inviate via Pec

 

La sentenza della Corte di Cassazione n. 28613 del 5 agosto 2025 rappresenta un importante punto di svolta nel dibattito sulla legittimità delle telecamere nascoste sul luogo di lavoro e sulla tutela della privacy dei dipendenti. La decisione, infatti, apre alla possibilità di utilizzare strumenti di videosorveglianza non segnalati e privi di autorizzazioni, purché il loro impiego sia mirato a tutelare gli interessi dell’azienda e non comporti un monitoraggio generalizzato dell’attività lavorativa.

 

Una recente pronuncia della Corte di Cassazione italiana in materia di controlli sui dipendenti in malattia, evidenzia un principio fondamentale di tutela della privacy e dei diritti dei lavoratori. La decisione si inserisce in un quadro normativo e giurisprudenziale che mira a limitare l’uso di strumenti invasivi di controllo, come le agenzie investigative, senza un adeguato motivo.

 

 

Alla Corte costituzionale la q.l.c. sul requisito della residenza nel territorio regionale da almeno cinque anni (anche non continuativi, negli otto anni precedenti), richiesto dalla legge del Friuli-Venezia Giulia per l’assegnazione degli alloggi ERP.