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08 maggio 2025

La sentenza della Cassazione n. 16894 del 2025 fornisce un'importante chiarificazione sulla configurazione del reato di maltrattamenti in famiglia, specificando il momento e il luogo in cui si considera consumato il reato. La pronuncia si inserisce nel più ampio quadro giurisprudenziale volto a delineare con precisione i confini e gli elementi costitutivi di questo reato, tutelando la dignità e l'integrità delle vittime all’interno del contesto familiare.

 

La sentenza della Cassazione n. 16894 del 2025 fornisce un'importante chiarificazione sulla configurazione del reato di maltrattamenti in famiglia, specificando il momento e il luogo in cui si considera consumato il reato. La pronuncia si inserisce nel più ampio quadro giurisprudenziale volto a delineare con precisione i confini e gli elementi costitutivi di questo reato, tutelando la dignità e l'integrità delle vittime all’interno del contesto familiare.

**Punto centrale della pronuncia:**  
La Corte afferma che il reato di maltrattamenti in famiglia si consuma nel momento e nel luogo in cui le condotte poste in essere dall’autore assumono, oggettivamente e soggettivamente, la natura di maltrattamenti riconoscibili e qualificabili come tali. In altre parole, il reato si perfeziona nel momento in cui le azioni o omissioni dell’autore si traducono in comportamenti che, secondo un apprezzamento oggettivo e soggettivo, costituiscono maltrattamenti.

**Aspetti chiave della decisione:**  
1. **Momento di consumazione:**  
   La Corte sottolinea che la consumazione del reato avviene nel momento in cui le condotte raggiungono una certa intensità e continuità tale da poter essere considerate maltrattamenti. Non si tratta semplicemente di un episodio isolato, ma di un insieme di comportamenti che, nel loro insieme, qualificano il reato. È quindi importante il momento in cui il comportamento si manifesta in modo riconoscibile e qualificabile come maltrattamento.

2. **Luogo di consumazione:**  
   La sentenza evidenzia che il luogo di consumazione è quello in cui si verificano concretamente le condotte, tipicamente l’ambiente familiare: la casa familiare, il luogo di convivenza o di frequente incontro tra vittima e autore. La presenza di condotte maltrattanti in questi ambienti rappresenta il contesto naturale di consumazione del reato.

3. **Riconoscibilità e qualificabilità:**  
   La distinzione tra condotte che sono semplicemente offensive o sgradevoli e quelle che costituiscono maltrattamenti è cruciale. La Corte sottolinea che il reato si consuma solo quando le condotte siano tali da essere riconoscibili come maltrattamenti, cioè quando si raggiunge un livello di gravità tale da essere qualificati come tali, tenendo conto delle circostanze e delle modalità di esecuzione.

**Implicazioni pratiche:**  
- **Per gli inquirenti e i giudici:**  
  La decisione chiarisce che le condotte devono essere valutate nel loro complesso e nel contesto in cui sono state poste in essere, anche considerando la continuità e la gravità. La semplice presenza di comportamenti offensivi non basta, devono essere qualificati come maltrattamenti per integrare il reato.

- **Per le vittime:**  
  La sentenza sottolinea l’importanza di raccogliere prove che dimostrino la riconoscibilità e la qualificabilità delle condotte come maltrattamenti, anche attraverso testimonianze, referti medici o altri riscontri che attestino il carattere persecutorio o lesivo delle condotte.

**Conclusione:**  
La pronuncia della Cassazione n. 16894/2025 fornisce un criterio chiaro e puntuale per individuare il momento e il luogo di consumazione del reato di maltrattamenti in famiglia, rafforzando la tutela delle vittime e la corretta qualificazione delle condotte illecite. Essa ribadisce che il reato si perfeziona nel momento in cui le condotte diventano riconoscibili come maltrattamenti e si verificano nel contesto familiare, sottolineando così l’importanza della valutazione empirica e contestuale delle condotte del reo.

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