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08 maggio 2025

Cassazione 2025- la materia riguarda il ricorso del dipendente nel contesto del whistleblowing per mancato rispetto della normativa Covid**

 

Cassazione 2025- la materia riguarda il ricorso del dipendente nel contesto del whistleblowing per mancato rispetto della normativa Covid**

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**Introduzione**

La pronuncia della Corte di Cassazione nel 2025 rappresenta un importante precedente giurisprudenziale in materia di tutela del whistleblower e di tutela del dipendente che segnala irregolarità nell’ambito della normativa Covid-19. La decisione accoglie il ricorso del lavoratore, riconoscendo la validità delle sue affermazioni e rafforzando il principio della tutela di chi segnala comportamenti illeciti o irregolari sul posto di lavoro.

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**Contesto fattuale**

Il caso riguarda un dipendente di un'azienda che, in qualità di whistleblower, aveva segnalato alle autorità competenti e ai propri superiori la mancata osservanza delle normative anti-Covid-19 all’interno del luogo di lavoro, tra cui il mancato rispetto delle misure di distanziamento sociale, l’assenza di dispositivi di protezione individuale e altre irregolarità che compromettevano la sicurezza dei lavoratori.

Il datore di lavoro aveva successivamente avviato un procedimento disciplinare, contestando le affermazioni del dipendente e sostenendo che le sue segnalazioni fossero infondate o motivate da intenti diffamatori.

Il lavoratore, invece, aveva presentato un ricorso presso la Corte di Cassazione, contestando le contestazioni disciplinari e sostenendo di aver agito in buona fede e nel rispetto della normativa sulla tutela del whistleblower.

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**Principali motivi della sentenza della Cassazione**

1. **Accoglimento del ricorso e riconoscimento della buona fede del dipendente**

   La Corte ha evidenziato che il dipendente aveva fornito prove documentali e testimonianze che attestavano la veridicità delle sue affermazioni circa le irregolarità riscontrate. La Cassazione ha sottolineato che il lavoratore ha agito nel rispetto delle procedure di segnalazione previste dalla normativa, in particolare la disciplina sulla tutela del whistleblower (ad esempio, il D.Lgs. 231/2001 e le linee guida adottate successivamente).

2. **Tutela della segnalazione e principio di buona fede**

   La sentenza ha ribadito che le segnalazioni di irregolarità in buona fede devono essere tutelate, anche se poi si rivelano infondate, purché siano supportate da elementi concreti e siano state fatte nel rispetto delle procedure di segnalazione previste dalla legge. La buona fede del segnalante è un elemento fondamentale per la protezione giuridica.

3. **Mancato rispetto della normativa Covid-19**

   La Corte ha riconosciuto che le affermazioni del dipendente riguardavano fatti concreti e verificabili, che configurano una violazione delle normative emergenziali in materia di Covid-19. La tutela del lavoratore che segnala tali irregolarità è rafforzata dalla rilevanza pubblica e sociale delle norme anti-Covid.

4. **Invalidità del procedimento disciplinare**

   La sentenza ha dichiarato che il procedimento disciplinare avviato dal datore di lavoro, sulla base di segnalazioni fondate e supportate da elementi concreti, risultava infondato e viziato, in quanto aveva come principale motivazione la presunta infondatezza delle affermazioni del lavoratore, che invece erano state ritenute credibili dalla Corte.

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**Implicazioni giuridiche e pratiche**

- **Rafforzamento della tutela del whistleblower:** La decisione sottolinea che le segnalazioni di irregolarità, in particolare relative alla tutela della salute e alla sicurezza sul lavoro, devono essere tutelate e non possono costituire motivo di sanzioni o ritorsioni, purché siano fatte in buona fede e supportate da elementi concreti.

- **Obbligo di attenzione del datore di lavoro:** Le imprese devono adottare procedure chiare e trasparenti per la gestione delle segnalazioni, garantendo la protezione del segnalante e valutando correttamente i fatti segnalati.

- **Importanza della verifica delle segnalazioni:** La sentenza evidenzia la necessità di verificare approfonditamente le segnalazioni, senza pregiudizi o atteggiamenti punitivi, per evitare vittimizzazioni ingiustificate.

- **Riconoscimento della rilevanza sociale:** La tutela del whistleblower si estende anche a quei segnali che riguardano la tutela della salute pubblica e la conformità alle normative emergenziali, come nel caso delle norme anti-Covid.

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**Conclusioni**

La pronuncia della Cassazione nel 2025 segna un passo importante nel rafforzamento della tutela dei lavoratori che, in buona fede, segnalano irregolarità in materia di salute e sicurezza. La decisione conferma che le affermazioni supportate da elementi concreti e fatte nel rispetto delle procedure sono protette dall’ordinamento, anche se risultano infondate successivamente. La sentenza invita i datori di lavoro a rispettare le norme di tutela del whistleblower e a considerare le segnalazioni come strumenti di miglioramento e conformità normativa, contribuendo a creare ambienti di lavoro più sicuri e trasparenti.



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