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04 maggio 2025

La sentenza della Cassazione n. 11220 del 2025 affronta un aspetto fondamentale della disciplina del concordato preventivo, incentrato sulla condizione di ammissibilità del piano rispetto alla tutela degli interessi dei creditori e all’obiettivo di offrire loro una soluzione migliore rispetto al fallimento.

 

La sentenza della Cassazione n. 11220 del 2025 affronta un aspetto fondamentale della disciplina del concordato preventivo, incentrato sulla condizione di ammissibilità del piano rispetto alla tutela degli interessi dei creditori e all’obiettivo di offrire loro una soluzione migliore rispetto al fallimento.

**Contesto e principio giuridico:**
Il concordato preventivo, regolato dalla legge fallimentare, rappresenta uno strumento di composizione della crisi d’impresa che consente al debitore di proporre un piano di ristrutturazione o di soddisfacimento dei creditori, soggetto all’approvazione dell’autorità giudiziaria e dei creditori stessi. La Corte di Cassazione ribadisce che, affinché il concordato sia ammissibile, esso deve garantire ai creditori un “surplus”, ossia un valore superiore rispetto a quello che otterrebbero in caso di fallimento.

**Significato del “surplus”:**
Il “surplus” si riferisce alla differenza tra il valore complessivo che può essere realizzato attraverso il concordato e il valore che i creditori otterrebbero in un’eventuale procedura fallimentare. In altri termini, il piano di concordato deve offrire ai creditori una prospettiva di soddisffacimento più favorevole rispetto alla liquidazione fallimentare, che rappresenta il “benchmark” di confronto.

**Implicazioni pratiche:**
- La valutazione del “surplus” richiede un’attenta analisi del valore dell’attivo del debitore e delle proposte di pagamento o di soddisfacimento previste dal piano di concordato.
- La Corte sottolinea che un piano che non garantisca ai creditori un vantaggio rispetto al fallimento può essere considerato inammissibile, poiché non rispetta il principio di tutela dei creditori e di corretta gestione della crisi.
- La verifica del “surplus” deve essere effettuata in modo obiettivo, considerando anche le eventuali possibilità di miglioramento o peggioramento delle condizioni economiche e patrimoniali del debitore.

**Impatto sulla disciplina del concordato:**
La sentenza rafforza la nozione che la sostenibilità e l’ammissibilità del concordato non dipendono solo dalla fattibilità del piano, ma anche dalla sua effettiva convenienza rispetto alla liquidazione del patrimonio del debitore. Ciò implica un ruolo più incisivo del giudice e degli organi tecnici nella valutazione di convenienza economica e patrimoniale del piano di concordato.

**Conclusione:**
In definitiva, la Cassazione del 2025 conferma che il concordato preventivo è ammissibile soltanto se rappresenta un’alternativa più favorevole per i creditori rispetto al fallimento, garantendo loro un surplus rispetto al valore che otterrebbero in via liquidatoria. Tale principio mira a tutelare la funzione ristrutturatoria del concordato e a prevenire l’approvazione di piani che, pur formalmente conformi, non offrano realmente vantaggi rispetto alla liquidazione fallimentare, assicurando così una maggiore tutela della funzione sociale e patrimoniale del procedimento concorsuale.

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