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09 maggio 2025

La sentenza Cassazione n. 16968 del 2025 affronta un tema di grande rilevanza in diritto penale e diritto dell’immigrazione: la possibilità di applicare l’espulsione dello straniero dopo l’espiazione della pena, in relazione a condanne per reati di droga, in particolare per lo spaccio di sostanze stupefacenti ai sensi dell’articolo 73 del Dpr n. 309/1990.

 

La sentenza Cassazione n. 16968 del 2025 affronta un tema di grande rilevanza in diritto penale e diritto dell’immigrazione: la possibilità di applicare l’espulsione dello straniero dopo l’espiazione della pena, in relazione a condanne per reati di droga, in particolare per lo spaccio di sostanze stupefacenti ai sensi dell’articolo 73 del Dpr n. 309/1990.

**Contesto normativo e giurisprudenziale:**
L’articolo 86, comma primo, del Dpr n. 309/1990 stabilisce che, una volta che lo straniero ha scontato la pena, può essere comunque sottoposto a provvedimenti di espulsione qualora si ravvisi una concreta pericolosità sociale, in particolare in presenza di reati di particolare gravità come quello di spaccio di sostanze stupefacenti.

La Corte di Cassazione, con questa pronuncia, chiarisce che l’applicazione di tale misura restrittiva non può essere automatica, ma richiede un’attenta valutazione del giudice di merito circa la sussistenza di elementi concreti che attestino la pericolosità sociale dello straniero, anche dopo l’espiazione della pena.

**Rilevanza della sentenza costituzionale n. 58 del 1995:**
La sentenza costituzionale n. 58/1995 ha affermato che l’espulsione dello straniero, anche dopo l’espiazione della pena, può essere disposta solo previa verifica della pericolosità sociale e in presenza di elementi concreti che la attestino. La Corte di Cassazione, interpretando tale principio, sottolinea che il giudice di merito deve effettuare un accertamento specifico e concreto sulla condotta e sulla personalità dello straniero, per verificare se sussistano i presupposti per la misura.

**Applicazione al caso di reato di spaccio di sostanze stupefacenti:**
Per quanto riguarda la condanna per lo spaccio di sostanze stupefacenti, la Corte riconosce che tale reato costituisce di per sé un indice di pericolosità sociale, ma non è sufficiente di per sé per disporre l’espulsione. È necessario, infatti, che il giudice accerti in concreto, attraverso elementi di fatto e di prova, che la condotta del soggetto rappresenta un rischio effettivo per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato.

**Implicazioni pratiche:**
La pronuncia ribadisce l’importanza di un’analisi caso per caso, evitando applicazioni automatiche di misure di espulsione, e sottolinea il ruolo centrale della valutazione del giudice di merito circa la concretezza della pericolosità sociale dello straniero, anche in presenza di condanne penali per reati gravi come lo spaccio di droga.

**Conclusione:**
In sintesi, la Cassazione n. 16968/2025 conferma che, ai sensi della normativa e della giurisprudenza costituzionale, l’espulsione dello straniero dopo l’espiazione della pena può essere disposta per reati di droga, ma solo previa una verifica concreta della pericolosità sociale, che deve essere effettuata dal giudice di merito sulla base degli elementi di fatto disponibili. Tale interpretazione mira a garantire un equilibrio tra tutela dell’ordine pubblico e rispetto dei principi fondamentali di diritto, tra cui il diritto alla personalità e alla tutela dei diritti dello straniero.


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