La sentenza della Cassazione n. 15694 del 2025 affronta un tema centrale in diritto penale e in materia di sicurezza sul lavoro: la responsabilità dell’ente anche in presenza di comportamenti non corretti dell’operatore, in questo caso un operaio, in relazione a un reato presupposto come le lesioni gravi.
**Contesto e principio di fondo**
La pronuncia si inserisce nel quadro normativo di tutela della sicurezza sul lavoro, in cui l’ente (pubblico o privato) può essere considerato responsabile penalmente per reati commessi in violazione delle norme di sicurezza, anche se l’atto illecito è stato compiuto da un dipendente o collaboratore. La responsabilità non si limita alla condotta volontaria o intenzionale, ma si estende anche alla mancata adozione di sistemi preventivi efficaci.
**Il ruolo delle prassi operative dell’operatore**
Il passaggio chiave della sentenza evidenzia che, anche se l’operatore segue una prassi non corretta, l’ente può comunque essere ritenuto responsabile. Questo perché l’adozione di prassi non conformi alle norme di sicurezza rappresenta un comportamento negligente o imprudente che contribuisce al rischio di infortuni. La responsabilità dell’ente, in questo caso, deriva dall’omissione di misure di sicurezza adeguate a prevenire comportamenti potenzialmente dannosi.
**Prevedibilità e prevenzione**
La Cassazione sottolinea che l’ente ha l’obbligo di prevedere eventualità di comportamenti scorretti o pericolosi da parte dei dipendenti e di adottare sistemi di prevenzione e controllo adeguati. La mancata previsione di tali rischi e l’assenza di sistemi di sicurezza efficaci possono configurare una responsabilità penale, anche se l’operatore ha agito in modo non corretto.
**Obblighi di sicurezza e sistemi di prevenzione**
L’aspetto cruciale è che l’ente deve implementare misure di sicurezza che non si limitino a regole scritte, ma siano capaci di garantire la prevenzione di comportamenti rischiosi. La sentenza riafferma l’importanza di procedure operative corrette, formazione adeguata e controlli continui, per evitare che prassi non conformi possano causare infortuni gravi.
**Implicazioni pratiche**
Per le aziende e gli enti, questa decisione sottolinea l’importanza di una cultura della sicurezza e di una gestione proattiva dei rischi. Non basta affidarsi alla buona volontà o alle consuetudini dei lavoratori, ma è necessario strutturare un sistema di prevenzione integrato, che tenga conto anche di comportamenti non corretti e di eventuali falle nelle procedure operative.
**Conclusione**
In sintesi, la sentenza n. 15694 del 2025 ribadisce che l’ente può essere ritenuto responsabile per il reato presupposto di lesioni gravi anche se l’operaio ha seguito una prassi non corretta, purché questa prassi rappresenti una conseguenza di una carenza di sistemi di sicurezza efficaci. La responsabilità penale dell’ente deriva dall’omissione di misure preventive adeguate, che devono contemplare anche il rischio di comportamenti non conformi alle norme di sicurezza. Ciò rafforza l’obbligo di adottare un approccio preventivo e sistematico alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro.
Nessun commento:
Posta un commento