Corte dei Conti 2025 - “Trattenute sul TFR: l’Agenzia delle Entrate costretta a restituire i soldi della buonuscita”
Contesto e dinamica del caso
Tutto inizia con la liquidazione della buonuscita, calcolata dall’INPS al termine della carriera. Senza alcun preavviso, sull’importo viene applicata un’imposta IRPEF che ingloba anche i contributi versati dal lavoratore, nonostante questi non costituiscano reddito. La richiesta di rimborso presentata dal pensionato resta in sospeso nel cosiddetto silenzio-rifiuto, fino al ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria di OMISSIS.
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Aspetti normativi e giurisprudenziali
• La sentenza della Cassazione n. OMISSIS/2024 chiarisce che i contributi previdenziali a carico del lavoratore non sono reddito imponibile e non possono essere soggetti a tassazione IRPEF.
• L’articolo 19, comma 2-bis, del TUIR disciplina la tassazione separata del TFR, escludendo dalla base imponibile le quote di contributi non trasformate in reddito.
• Il principio di “sostanza sulla forma” emerge con forza: non serve un perfezionismo procedurale per sanare la diffida iniziale quando la sostanza del diritto del contribuente è palese.
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La decisione della Corte di OMISSIS
Con la sentenza n. OMISSIS/2025, depositata il 26 maggio, i giudici umbri hanno:
1. Dichiarato illegittima l’IRPEF applicata sulla parte di buonuscita composta da contributi già versati dal lavoratore.
2. Ordinato all’Agenzia delle Entrate di restituire l’importo indebitamente trattenuto, maggiorato di interessi e rivalutazione monetaria.
3. Disposto la compensazione delle spese processuali, riconoscendo il carattere di novità della questione.
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Implicazioni per i contribuenti
• È fondamentale esaminare con attenzione il prospetto di liquidazione del TFR o TFS, verificando l’eventuale inclusione dei contributi nella base imponibile.
• In caso di trattenute sospette, la diffida all’Amministrazione non perde efficacia per un mero vizio formale se sanata entro i termini.
• Questo precedente può incoraggiare pensionati e lavoratori in uscita a proporre ricorsi analoghi, soprattutto nei casi di silenzio-rifiuto.
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Il valore del precedente e le prospettive future
Il verdetto di OMISSIS non si limita a un rimborso individuale: pone le basi per un cambio di rotta nell’interpretazione fiscale della buonuscita. L’intervento normativo potrebbe evitare che ogni singolo contribuente debba percorrere vie giudiziarie. Nel frattempo, resta vivo l’invito a separare sempre la dimensione previdenziale da quella reddituale.
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In definitiva, la pronuncia della Corte di OMISSIS ribadisce un principio di equità fiscale: la buonuscita deve restare il riconoscimento di anni di contributi, non il terreno di prelievi ingiustificati.
Sentenza Corte Tributaria 2025
Sentenza Corte di Cassazione 2024
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