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08 settembre 2025

Cassazione 2025 – la pronuncia della Cassazione n. xxxx1 in materia di previdenza e assistenza, con particolare riferimento alla pensione di reversibilità, evidenzia alcuni aspetti fondamentali e di rilevanza pratica.

 

Cassazione 2025 – la pronuncia della Cassazione n. xxxx1 in materia di previdenza e assistenza, con particolare riferimento alla pensione di reversibilità, evidenzia alcuni aspetti fondamentali e di rilevanza pratica.

1. **Principio della spettanza della quota di reversibilità all’ex coniuge**

La Corte afferma che, in presenza di un diritto alla pensione di reversibilità, l’Inps ha l’obbligo di erogare la quota spettante all’ex coniuge superstite. Questo principio si applica indipendentemente dal fatto che il coniuge superstite abbia conservato o meno l’eccedenza di quanto già ricevuto. In altre parole, anche se il superstite ha percepito somme superiori rispetto a quanto dovuto, l’Inps resta comunque responsabile del recupero di quanto indebitamente erogato, garantendo così la corretta applicazione delle norme che tutelano il diritto alla reversibilità.

2. **Responsabilità dell’Inps nella mancata erogazione**

L’ente previdenziale, in questa pronuncia, viene riconosciuto come soggetto responsabile della mancata erogazione della quota di reversibilità spettante all’ex coniuge. Ciò implica che l’Inps non può esimersi dall’adempimento di tale obbligo, anche in presenza di eventuali somme già percepite dal superstite che devono essere successivamente recuperate. Questa posizione rafforza il ruolo di garante del diritto del beneficiario, sottraendo eventuali responsabilità o colpe all’ex coniuge superstite per somme già percepite.

3. **Decorrenza del diritto**

Un elemento importante evidenziato dalla sentenza riguarda la decorrenza del diritto alla pensione di reversibilità. La Corte chiarisce che tale diritto non si configura dalla data della domanda giudiziale, ma ha decorrenza dal primo giorno del mese successivo al decesso del pensionato. Tale disciplina è fondamentale perché determina il momento a partire dal quale il beneficiario può considerare il diritto alla pensione di reversibilità come acquisito, e quindi permette all’Inps di procedere con l’erogazione senza ritardi a partire dalla decorrenza prevista.

4. **Implicazioni pratiche e normative**

Questa pronuncia sottolinea l’importanza di una corretta gestione delle decorrenze e delle quote di reversibilità da parte dell’Inps, nonché dell’obbligo di recupero delle somme eventualmente indebitamente percepite. Per i destinatari, questa decisione rappresenta una tutela, assicurando che il diritto alla pensione di reversibilità venga riconosciuto e garantito in modo puntuale a partire dal primo mese successivo al decesso.

In conclusione, la sentenza della Cassazione ribadisce il ruolo dell’ente previdenziale come garante del diritto alla reversibilità, chiarisce le modalità di decorrenza e sottolinea l’obbligo di recupero delle somme erogate indebitamente, rafforzando così il quadro normativo e giurisprudenziale in materia di previdenza e assistenza.



 

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