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23 aprile 2025

Cassazione 2025- la pronuncia della Corte di Cassazione del 2025, ha fornito importanti chiarimenti sul reato di istigazione alla corruzione, in particolare sulla condizione affinché si possa configurare il reato stesso.

 

Cassazione 2025-  la pronuncia della Corte di Cassazione del 2025, ha fornito importanti chiarimenti sul reato di istigazione alla corruzione, in particolare sulla condizione affinché si possa configurare il reato stesso.

**Analisi normativa e giurisprudenziale**

L’articolo 322 ter del Codice Penale punisce chiunque, mediante qualsiasi mezzo, istiga pubblici ufficiali a commettere o a partecipare a un atto del loro ufficio, con l’obiettivo di favorire o di trarre profitto. La formulazione normativa evidenzia che l’offerta o l’istigazione devono avere come scopo quello di determinare il pubblico ufficiale a compiere un atto illecito.

**Criterio della "concretizzazione" del reato**

La pronuncia della Cassazione si concentra sulla distinzione tra l’istigazione che si concretizza in un tentativo di corruzione e quella che rimane solo un atto di mera provocazione o tentativo non portato a compimento.

Secondo la sentenza, affinché si possa parlare di reato di istigazione alla corruzione, non basta che il pubblico ufficiale abbia subito un semplice sollecito o una minaccia, ma è necessario che l’offerta o l’incitamento abbiano raggiunto uno "scopo" concreto: cioè, abbiano effettivamente turato, anche solo potenzialmente, l’atteggiamento del pubblico ufficiale, generando il "solo pericolo" che egli accetti l’offerta o il tentativo di corruzione.

In altre parole, la Corte sottolinea che l’elemento decisivo non è tanto la mera proposizione dell’offerta, ma il fatto che questa abbia portato o possa portare a un risultato concreto, cioè a turbare l’attuazione del dovere o a creare un pericolo reale o potenziale che il pubblico ufficiale accetti l’incarico illecito.

**Il ruolo del pericolo e della finalità dell’offerta**

La sentenza evidenzia che l’offerta deve aver raggiunto lo scopo di turbare il pubblico ufficiale, generando il solo pericolo che venga accettata. Questo significa che la condizione fondamentale per la configurabilità del reato è un "pericolo concreto", non un semplice rischio astratto.

L’offerta, quindi, non deve necessariamente essere accettata o portare a un risultato finale, ma deve almeno aver creato quella situazione che induce a pensare che il pubblico ufficiale possa accettare o che la sua volontà sia stata influenzata in modo tale da turbare il suo corretto esercizio della funzione pubblica.

**Implicazioni pratiche**

Questa impostazione giurisprudenziale ha rilevanti conseguenze nella valutazione delle condotte. In particolare, bisogna distinguere tra:

- **Offerta che crea un rischio**: quella che, anche se non viene accettata, ha il potenziale di turbare l’operato del pubblico ufficiale e quindi può configurare il reato di istigazione.

- **Mancata concretizzazione**: se l’offerta rimane solo sulla carta o non ha raggiunto alcuno scopo di turbare, la condotta potrebbe non integrare il reato, in quanto manca l’elemento del "pericolo" realizzato.

**Conclusioni**

La pronuncia della Cassazione del 2025 chiarisce che, per la configurabilità del reato di istigazione alla corruzione, è fondamentale che l’offerta o l’incitamento abbiano raggiunto uno scopo di turbare concretamente il funzionamento del pubblico ufficiale, creando un pericolo che egli possa accettare l’atto illecito. La semplice proposizione, senza un risultato concreto o un pericolo reale, non è sufficiente a integrare il reato.

Questo orientamento rafforza la tutela dell’ordine pubblico e della moralità amministrativa, precisando i limiti tra mera provocazione e comportamento penalmente rilevante.

 
 

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