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16 giugno 2025

La sentenza n. 15076 della Corte di Cassazione del 2025 affronta un tema di grande rilevanza giuridico-penale e civilistico: la rilevanza del concorso di colpa dei genitori nel determinare l’entità del risarcimento del danno morale in un caso di nascita di due figlie talassemiche. Di seguito si propone un commento dettagliato dell’ordinanza, analizzando i principali aspetti giuridici, le motivazioni della Corte e le implicazioni pratiche.

 

 La sentenza n. 15076 della Corte di Cassazione del 2025 affronta un tema di grande rilevanza giuridico-penale e civilistico: la rilevanza del concorso di colpa dei genitori nel determinare l’entità del risarcimento del danno morale in un caso di nascita di due figlie talassemiche. Di seguito si propone un commento dettagliato dell’ordinanza, analizzando i principali aspetti giuridici, le motivazioni della Corte e le implicazioni pratiche.

1. **Contesto e fatti di causa**
Nel caso sottoposto all’attenzione della Cassazione, la vicenda riguarda una coppia di genitori che, a seguito di un’erronea condotta medica o di una mancata informazione circa il rischio genetico, hanno dato alla luce due figlie affette da talassemia. La famiglia ha agito in sede di risarcimento chiedendo il ristoro del danno morale subito per la condizione di gravità e limitazione della vita delle bambine. La questione centrale è se e come il comportamento dei genitori, in passato, possa influire sulla quantificazione del danno morale riconosciuto dallo giudice.

2. **Il principio del concorso di colpa**
La Cassazione ha ribadito il principio secondo cui il concorso di colpa dei soggetti danneggiati (o di altri soggetti coinvolti) può incidere sulla quantificazione del risarcimento, anche in ambito di danno morale. In particolare, quando il danno deriva da una condotta colposa dei genitori che, pur non essendo direttamente responsabili del danno alla salute delle figlie, hanno comunque contribuito a una condizione di rischio, la loro responsabilità può ridurre l’entità del risarcimento.

3. **Applicazione al caso specifico**
Nel caso di specie, la Corte ha osservato che i genitori, pur avendo subito un danno morale a causa della nascita delle figlie talassemiche, avevano anche delle responsabilità nella mancata adozione di comportamenti o precauzioni utili a prevenire il rischio genetico. La loro condotta negligente o colposa, che può aver incluso una mancata informazione o un controllo insufficiente sulla situazione genetica, ha inciso sulla gravità del danno subito dalle figlie e sulla percezione complessiva del danno stesso.

4. **Riduzione del risarcimento**
La Corte ha quindi stabilito che il concorso di colpa dei genitori, riconoscendo che essi non hanno agito con diligenza o prudenza adeguata, comporta una riduzione proporzionale del risarcimento del danno morale. La motivazione si fonda sulla necessità di evitare che il risarcimento sia sproporzionato rispetto alla reale entità del danno e alla responsabilità relativa dei soggetti coinvolti.

5. **Implicazioni pratiche e giurisprudenziali**
La pronuncia della Cassazione del 2025 ha un forte valore pratico, in quanto chiarisce che il danno morale in ambito di nascita di figli con patologie genetiche non può essere riconosciuto in modo automatico e assoluto, ma deve essere valutato tenendo conto anche del comportamento delle parti coinvolte. La decisione sottolinea l’importanza di una corretta informazione e di comportamenti diligenti da parte dei genitori, che possono influire sulla quantificazione del risarcimento in sede di danno.

6. **Considerazioni finali**
In conclusione, la sentenza n. 15076/2025 della Cassazione evidenzia come il concorso di colpa dei genitori possa avere un effetto riduttivo sul risarcimento del danno morale derivante dalla nascita di figli con gravi patologie genetiche. La pronuncia rafforza il principio di equità e responsabilità, sottolineando che il risarcimento deve riflettere non solo il danno subito, ma anche il ruolo attribuibile alle condotte delle parti coinvolte.

*In sintesi:* La Cassazione ha affermato che il danno morale riconosciuto in favore delle figlie talassemiche può essere ridotto proporzionalmente al contributo causale dei genitori, qualora questi abbiano agito con negligenza o colpa nella gestione del rischio genetico, rafforzando l’importanza di comportamenti diligenti e di una corretta informazione nella materia della genetica e della responsabilità genitoriale.

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