Vicenda del poliziotto infortunato durante le operazioni di cattura di Bernardo Provenzano evidenzia un importante caso di riconoscimento dei diritti dei appartenenti alle forze dell'ordine coinvolti in operazioni ad alto rischio.
L'articolo, datato 12 maggio 2025, riporta che il tribunale del lavoro di Aosta ha accolto il ricorso di un funzionario di polizia gravemente infortunato durante una missione volta alla cattura del famoso boss mafioso Provenzano. Nonostante il ministero dell'Interno avesse inizialmente negato il riconoscimento dello status di "vittima del dovere", sostenendo che l'incidente fosse un "semplice incidente in itinere", i legali dell'agente sono riusciti a dimostrare, con prove concrete, che l'evento si inseriva in un'attività investigativa di elevato profilo e rischio.
Il giudice ha riconosciuto che l'infortunio, che ha causato un'invalidità permanente del 49%, si è verificato in un contesto di servizio collegato alla tutela dello Stato, qualificandolo quindi come evento lesivo di "causa di servizio". Di conseguenza, il tribunale ha ordinato al Ministero di riconoscere ufficialmente lo status di vittima del dovere, di inserire l'ufficiale negli elenchi ufficiali, e di erogare tutti i benefici economici e assistenziali previsti dalla legge, tra cui esenzione ticket, assegno vitalizio speciale, elargizioni e rivalutazioni.
Questa sentenza rappresenta una vittoria significativa non solo per l'agente coinvolto, ma anche per tutti i professionisti delle forze dell'ordine che operano in condizioni di grande pericolo senza adeguate tutele. Gli avvocati Francesco Leone, Simona Fell, Raimonda Riolo e Flavia Maria Caradonna sottolineano come questa decisione possa aprire la strada a riconoscimenti simili per altri operatori coinvolti in attività rischiose per la sicurezza dello Stato.
In conclusione, il caso sottolinea l'importanza di riconoscere e tutelare il sacrificio di chi lavora quotidianamente per la sicurezza pubblica, anche quando il loro impegno comporta rischi estremi e conseguenze gravi come invalidità permanente. La sentenza del tribunale di Aosta rappresenta un passo avanti nel riconoscimento dei diritti di queste figure, spesso operanti nell'ombra ma fondamentali per il mantenimento dell'ordine e la lotta contro il crimine organizzato.
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