La pronuncia della Corte di Cassazione n. 12524 del 2025, pubblicata su ARES 118, affronta il tema della valutazione della posizione di lavoro precaria ai fini della stabilizzazione del rapporto e delle procedure concorsuali avviate dall’amministrazione pubblica.
**Contesto e punti salienti della pronuncia**
La pronuncia si inserisce nel quadro giurisprudenziale che tende a tutelare i lavoratori precari, riconoscendo loro un possibile diritto alla stabilizzazione, soprattutto quando tali rapporti abbiano caratteristiche di continuità, esclusività e inserimento nel tessuto organizzativo dell’ente.
La Cassazione ha sottolineato come, nell’ambito di procedure concorsuali o di assunzioni, l’amministrazione debba considerare non solo le caratteristiche formali dei rapporti di lavoro precario, ma anche le circostanze di fatto che possano evidenziare la pregressa stabilità e il consolidamento di tali posizioni, in modo da evitare discriminazioni o ingiustificate esclusioni.
**Doveva prendere in considerazione la posizione precaria**
In particolare, nel caso esaminato, la Corte ha affermato che l’ente pubblico (nel caso specifico, si tratta di un’azienda o ente pubblico che aveva bandito un concorso) avrebbe dovuto valutare la posizione di lavoro precaria del ricorrente prima di bandire il concorso. Questo significa che, ai fini di una eventuale stabilizzazione, l’amministrazione avrebbe dovuto considerare il rapporto di lavoro precario come un elemento qualificante, valutando la possibilità di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato o comunque di riconoscere un diritto a preferenza o priorità.
**Motivazioni della Cassazione**
La Corte ha motivato questa decisione sulla base di principi di equità, di tutela del lavoratore precario e di corretta interpretazione delle norme di diritto pubblico e di diritto del lavoro. Ha evidenziato come l’errata esclusione di tali posizioni possa configurare una violazione dei principi di buona fede e di tutela della stabilità del rapporto di lavoro.
Inoltre, la Cassazione ha richiamato la giurisprudenza consolidata secondo cui le amministrazioni devono tener conto delle situazioni di fatto che possano influire sulla qualificazione del rapporto di lavoro e sulla sua eventuale stabilizzazione, anche in presenza di procedure selettive pubbliche.
**Impatti pratici**
L’importanza della sentenza sta nel sottolineare che le procedure di selezione pubblica non possono limitarsi alla mera verifica dei requisiti formali richiesti dal bando, ma devono anche considerare le circostanze di fatto relative alle posizioni di lavoro precarie preesistenti, soprattutto quando queste siano caratterizzate da una certa continuità e inserimento nel contesto organizzativo.
In sostanza, l’amministrazione avrebbe dovuto valutare se il rapporto precario del ricorrente potesse essere qualificato come stabile o comunque meritevole di una tutela prioritaria, prima di bandire il concorso, per evitare di pregiudicare il diritto del lavoratore ad una stabilizzazione futura.
**Conclusioni**
La pronuncia della Cassazione n. 12524/2025 rappresenta un importante orientamento in materia di tutela dei lavoratori precari nel settore pubblico, richiedendo alle amministrazioni di adottare un approccio più attento e rigoroso nella valutazione delle posizioni di lavoro precarie ai fini di eventuali stabilizzazioni, prima di procedere alle assunzioni tramite concorsi.
Questo principio rafforza la tutela del lavoro stabile e la tutela dei diritti dei lavoratori precari, promuovendo un’interpretazione delle norme che favorisca la stabilità e la continuità dei rapporti di lavoro pubblici.
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