Tar 2025- la sentenza analizza la normativa disciplinare applicabile ai dipendenti pubblici, focalizzandosi sulla portata e sull’efficacia delle disposizioni relative alle condanne penali e ai termini procedurali. In particolare:
1. **Applicabilità della norma ai lavoratori pubblici condannati**
Viene evidenziato che la norma in questione si rivolge all’intera categoria dei lavoratori del settore pubblico che abbiano riportato una condanna penale definitiva (passata in giudicato). Questa interpretazione è coerente con le finalità della legge, che mira a rafforzare l’integrità e la credibilità dell’azione pubblica, e con l’ordinamento nel suo complesso. La legge n. 97/2001, infatti, ha un intento moralizzatore, mirando a colpire i comportamenti illeciti come corruzione o altri gravi reati contro l’amministrazione pubblica, favorendo un regime più severo e rapido rispetto a quello previsto in passato.
2. **Abrogazione tacita delle precedenti disposizioni**
Si sostiene che l’art. 5, comma 4, della legge n. 97/2001 abbia implicitamente abrogato l’art. 9, comma 2, della legge n. 19/1990, così come l’art. 6, comma 4, del d.lgs. n. 449/1992. Questi ultimi articoli, infatti, riproducevano le stesse disposizioni specifiche per il personale della Polizia Penitenziaria, e la loro abrogazione implicita è giustificata dalla volontà di uniformare la disciplina, rispettando il principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione. La tesi sostiene che mantenere disposizioni differenziate per le forze di polizia rispetto agli altri pubblici dipendenti risulterebbe irragionevole e contraria ai principi di uguaglianza e ragionevolezza.
3. **Termine per l’adozione del provvedimento disciplinare**
Un punto centrale è la decorrenza del termine di 180 giorni previsto dalla legge n. 97/2001 per la conclusione del procedimento disciplinare. L’atto di contestazione degli addebiti, notificato al lavoratore, è stato effettuato oltre tale termine, rendendo il provvedimento sanzionatorio – in questo caso, il decreto di destituzione – tardivo e, quindi, illegittimo. La conclusione è che il provvedimento impugnato deve essere annullato per vizi temporali, rafforzando l’importanza del rispetto dei termini procedurali previsti dalla normativa speciale.
**In sintesi:**
L’analisi conclude che la normativa in questione si applica a tutti i lavoratori pubblici condannati in via definitiva, che le disposizioni precedenti relative alla Polizia Penitenziaria sono state implicitamente abrogate per ragioni di pari trattamento e principio di uguaglianza, e che il procedimento disciplinare è stato avviato e concluso oltre il termine massimo stabilito, rendendo illegittimo il provvedimento sanzionatorio adottato. Pertanto, il ricorso viene accolto e il provvedimento impugnato viene annullato.
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