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18 aprile 2025

La sentenza della Cassazione n. 15218 del 2025 affronta un tema centrale nel diritto della responsabilità medica: la ripartizione dell’onere probatorio in presenza di omissioni del medico e il relativo nesso causale con l’evento dannoso.

 

 La sentenza della Cassazione n. 15218 del 2025 affronta un tema centrale nel diritto della responsabilità medica: la ripartizione dell’onere probatorio in presenza di omissioni del medico e il relativo nesso causale con l’evento dannoso.

**Analisi dettagliata della pronuncia**

1. **Contesto e principio di fondo**
   La Corte ribadisce che, in caso di omissione colposa del medico, il giudice deve accertare se tale omissione abbia o meno causato l’evento dannoso. La responsabilità del sanitario non può essere automaticamente attribuita senza un’attenta valutazione del nesso causale; anzi, spetta all’attore (paziente o avente diritto) dimostrare che l’omissione ha inciso causalmente sul verificarsi del danno.

2. **Onere della prova e ruolo del giudice**
   In presenza di un’omissione, la sentenza sottolinea che il giudice non può limitarsi a constatare l’assenza di un intervento medico o di una condotta attiva, ma deve approfondire l’analisi sui fatti successivi all’omissione. In altre parole, l’attenzione del giudice si deve spostare su quegli eventi che si sono sviluppati dopo l’omissione, per verificare se questi siano riconducibili all’omissione stessa o siano stati determinati da cause indipendenti.

3. **Valutazione dei fatti successivi**
   La Corte precisa che l’esame dei fatti successivi all’omissione è fondamentale per escludere o confermare il nesso causale tra omissione e danno. Se, ad esempio, si dimostra che il danno si sarebbe comunque verificato anche in presenza di una condotta diligente del medico, l’omissione non può essere considerata causa esclusiva o concorrente dell’evento.

4. **Implicazioni pratiche**
   Questo approccio implica che il giudice, nel processo di accertamento della responsabilità, deve adottare una prospettiva “dinamica”, valutando l’intero sviluppo dei fatti e non limitandosi a un’analisi statica dell’omissione. La prova della causalità deve essere articolata considerando anche gli eventi successivi, al fine di individuare un nesso diretto e certo tra omissione e danno.

**Sintesi conclusiva**

In conclusione, la Cassazione n. 15218 del 2025 chiarisce che, in caso di omissione del medico, il giudice è chiamato a formulare una valutazione complessa: deve verificare se gli eventi successivi all’omissione siano riconducibili causalmente a quest’ultima, analizzando con attenzione l’intero filone dei fatti. Solo attraverso questa metodologia può affermarsi o escludersi la responsabilità del sanitario per l’evento dannoso.

**Impatto sulla giurisprudenza e sulla responsabilità medica**

Questa pronuncia rafforza il principio secondo cui la responsabilità medica non può essere presunta semplicemente per omissione, ma deve essere dimostrato il nesso causale, anche considerando gli sviluppi successivi all’omissione stessa. È un approccio che valorizza la valutazione processuale come strumento di tutela del diritto del paziente e di corretta attribuzione di responsabilità, favorendo un’interpretazione più rigorosa e articolata dei fatti.

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analisi comparata con precedenti pronunce e approfondimenti sul diritto della responsabilità medica, occorre considerare alcune delle principali sentenze e orientamenti giurisprudenziali che hanno contribuito a definire il quadro normativo e interpretativo di questa materia.

**1. La giurisprudenza consolidata sulla responsabilità medica**  
Negli ultimi decenni, la giurisprudenza italiana ha chiarito che la responsabilità medica può derivare sia da responsabilità contrattuale sia da responsabilità extracontrattuale. In particolare, la Suprema Corte di Cassazione ha affermato che il medico è tenuto a rispettare i protocolli e le linee guida riconosciute dalla comunità scientifica, e la sua responsabilità può essere esclusa solo dimostrando la presenza di cause di forza maggiore o l’impossibilità di intervenire secondo le pratiche riconosciute.

**2. La pronuncia n. 427/2012 e il principio di colpa lieve**  
Una pronuncia significativa è la sentenza n. 427 del 2012 della Cassazione, che ha approfondito il concetto di colpa lieve in ambito medico, distinguendo tra negligenza grave e colpa lieve. La pronuncia ha evidenziato che, in alcuni casi, l’errore medico può essere considerato non gravemente colposo, specie quando si tratta di decisioni cliniche complesse e borderline, sottolineando l’importanza della discrezionalità del medico e della valutazione caso per caso.

**3. Approfondimenti su consenso informato e responsabilità**  
Un altro aspetto centrale riguarda il consenso informato. La giurisprudenza ha consolidato il principio secondo cui il medico deve informare il paziente circa rischi, alternative e prognosi, e la mancanza di consenso può comportare una responsabilità aggravata. La sentenza della Cassazione n. 21972/2016 ha ribadito che il consenso deve essere sempre libero e informato, e la sua mancanza può integrare un illecito responsabilità.

**4. La responsabilità per errore diagnostico e terapeutico**  
Nel settore diagnostico e terapeutico, la giurisprudenza ha più volte chiarito che la responsabilità del medico si fonda sulla prova del nesso causale tra la condotta negligente e il danno subito. La sentenza n. 124/2018 ha sottolineato che, in questi casi, la medicina difensiva può essere corretta con una corretta documentazione clinica e il rispetto delle linee guida.

**5. Confronto con le pronunce europee e internazionali**  
A livello europeo, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha insistito sull’importanza del diritto dei pazienti all’informazione e sulla tutela della loro integrità fisica, rafforzando il principio di responsabilità del medico. L’Accordo di Istanbul del Consiglio d’Europa ha inoltre promosso linee guida sulla responsabilità civile nel settore sanitario, evidenziando la necessità di un equo bilanciamento tra responsabilità e rischi professionali.

**Conclusioni**  
Rispetto alle pronunce precedenti, si può osservare una tendenza giurisprudenziale verso una maggiore tutela del paziente, rafforzando gli obblighi informativi e la responsabilità del medico, pur mantenendo un’attenzione alla complessità delle decisioni cliniche e alla discrezionalità professionale. La giurisprudenza si muove quindi verso un equilibrio tra responsabilità e tutela del professionista, con un’attenzione crescente alla valutazione del danno e alla prova del nesso causale.


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