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18 aprile 2025

La sentenza della Cassazione n. 9989 del 2025 affronta una questione centrale nel diritto di famiglia e, in particolare, nel contesto del riconoscimento dell’assegno divorzile: la valutazione della capacità economica e dell’autonomia della moglie in relazione alle sue condizioni di vita durante il matrimonio.

 

La sentenza della Cassazione n. 9989 del 2025 affronta una questione centrale nel diritto di famiglia e, in particolare, nel contesto del riconoscimento dell’assegno divorzile: la valutazione della capacità economica e dell’autonomia della moglie in relazione alle sue condizioni di vita durante il matrimonio.

**Contesto e principio di diritto**

In tema di assegno divorzile, la Cassazione ha più volte precisato che tale misura ha natura di mantenimento e mira a garantire una certa stabilità economica alla parte economicamente più debole, spesso la ex coniuge che, per motivi legati alla durata e alle caratteristiche del matrimonio, si trova a non poter mantenere lo stesso tenore di vita di prima o a non essere economicamente autonoma.

**Il ragionamento della sentenza**

Nel caso esaminato, la Corte ha precisato che la circostanza che il padre, durante il matrimonio, abbia seguito i figli per prendersene cura, non può essere utilizzata come elemento per negare l’assegno divorzile alla madre. La motivazione risiede nel fatto che l’attenzione e la cura dei figli, sebbene siano aspetti fondamentali del ruolo genitoriale, non costituiscono di per sé un elemento che esclude la condizione di bisogno o di incapacità economica della ex coniuge.

**Importanza della cura dei figli come fattore di economicità**

La Corte ha sottolineato che anche la madre, durante il matrimonio, si era dedicata alla cura dei figli e, per tale motivo, non era economicamente autonoma. Questo aspetto è cruciale perché evidenzia che la condizione di non autonomia economica può derivare dal ruolo di cura e assistenza prestato durante il matrimonio, e non solo dalla presenza di un comportamento del padre o da altri elementi.

**Impatto sulla valutazione dell’assegno divorzile**

La sentenza ribadisce che l’autonomia economica della ex coniuge deve essere valutata considerando le circostanze concrete di ciascun caso, tra cui il ruolo svolto durante il matrimonio. La dedizione alla cura dei figli può comportare una temporanea o permanente incapacità di mantenersi autonomamente, e questa condizione non può essere di per sé esclusa dalla circostanza che il padre abbia seguito i figli durante il matrimonio.

**Conclusioni**

In definitiva, la sentenza n. 9989 del 2025 della Cassazione chiarisce che:

- La presenza di comportamenti del padre, come seguire i figli durante il matrimonio, non costituisce di per sé un elemento per negare l’assegno divorzile alla madre.
- La condizione di dipendenza economica della ex coniuge, derivante dalla cura dei figli, deve essere valutata nel contesto complessivo delle circostanze del caso.
- La cura dei figli durante il matrimonio può giustificare l’attribuzione dell’assegno divorzile, anche se la madre non si era resa economicamente autonoma, riconoscendo così il valore del ruolo di assistenza e cura svolto durante la convivenza.

Questa pronuncia rafforza il principio secondo cui l’assegno divorzile è uno strumento volto a tutelare la parte più debole, considerando tutte le circostanze che incidono sulla sua autonomia economica, senza relegare determinati comportamenti o ruoli a mere esclusioni automatiche.

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