La sentenza della Cassazione n. 33796 del 2025 affronta un aspetto cruciale riguardante il reato edilizio e le procedure di sanatoria, evidenziando la distinzione tra permesso di costruire in sanatoria condizionato e il principio di conformità originaria delle opere alle normative urbanistiche.
**Contesto e normativa di riferimento**
Il reato edilizio, previsto dall’art. 44 del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia), si verifica quando vengono realizzate opere edilizie in assenza di permesso o in contrasto con esso, o comunque in violazione delle norme urbanistiche. La sanatoria edilizia, invece, rappresenta uno strumento volto a regolarizzare interventi abusivi, consentendo il rilascio di un permesso di costruire in sanatoria, purché le opere siano conformi alle norme urbanistiche originarie o siano state realizzate in modo tale da poter essere sanate.
**Principio affermato dalla sentenza**
La Cassazione sottolinea che un permesso di costruire in sanatoria condizionato all’esecuzione di interventi non conformi alle normative urbanistiche non può estinguere il reato edilizio. Ciò si basa sulla ratio della sanatoria, che presuppone la conformità originaria delle opere alla disciplina urbanistica. In altre parole, la sanatoria non può essere utilizzata per regolarizzare interventi che sono incompatibili con le norme urbanistiche di base, in quanto ciò contraddirebbe il suo scopo e la sua funzione.
**Motivazioni giuridiche e interpretative**
La Corte evidenzia che il rilascio di un permesso di costruire in sanatoria condizionato a interventi non conformi non modifica lo status di illegalità dell’opera, né può estinguere il reato edilizio pregresso. La ratio della sanatoria mira a sanare situazioni di illegittimità che siano riconducibili a opere conformi alla normativa originaria o comunque soggette a regolarizzazione, non a interventi sostanzialmente illegittimi.
**Implicazioni pratiche**
Questo principio ha rilevanti implicazioni pratiche:
- La semplice richiesta o il rilascio di un permesso in sanatoria condizionato all’esecuzione di lavori non conformi non costituisce un’ipotesi di estinzione del reato edilizio.
- La conformità alle norme urbanistiche deve essere valutata ex ante e in modo rigoroso, prima di considerare la possibilità di sanare l’intervento.
- La decisione rafforza l’importanza di rispettare i requisiti urbanistici fin dalla progettazione e realizzazione delle opere edilizie, e limita le possibilità di sanatoria in presenza di interventi di natura sostanzialmente illegittima.
**Conclusione**
In sintesi, la sentenza ribadisce che la sanatoria edilizia non può essere invocata per regolarizzare opere abusive che contrastano con la disciplina urbanistica, e che un permesso di costruire in sanatoria condizionato alla realizzazione di interventi non conformi non può estinguere il reato edilizio. Questo rafforza il principio secondo cui la conformità originaria delle opere rappresenta il presupposto fondamentale per la sanatoria e per l’estinzione del reato edilizio, sottolineando l’importanza di rispettare le norme urbanistiche sin dalla fase di progettazione.
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