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26 ottobre 2025

La sentenza della Cassazione n. 27445 del 2025 affronta una questione fondamentale riguardante il diritto alla rendita ai superstiti in caso di decesso di un lavoratore. In particolare, la decisione chiarisce che il superstite non ha diritto alla rendita se il decesso del lavoratore è avvenuto a causa di una malattia respiratoria non riconducibile all’attività lavorativa svolta.

 

 

La sentenza della Cassazione n. 27445 del 2025 affronta una questione fondamentale riguardante il diritto alla rendita ai superstiti in caso di decesso di un lavoratore. In particolare, la decisione chiarisce che il superstite non ha diritto alla rendita se il decesso del lavoratore è avvenuto a causa di una malattia respiratoria non riconducibile all’attività lavorativa svolta.

**Analisi dettagliata della pronuncia:**

1. **Contesto giuridico e normativo:**  
   La normativa italiana prevede diverse forme di tutela per i superstiti di un lavoratore deceduto, tra cui la rendita INPS come forma di sostegno economico. La concessione di tale rendita dipende dalla relazione tra causa di decesso e attività lavorativa, nonché dalla natura della malattia che ha portato al decesso.

2. **Principio stabilito dalla Cassazione:**  
   La Cassazione ha ribadito che il diritto alla rendita superstiti si configura solo se il decesso è collegato, anche indirettamente, a condizioni di lavoro. Quando la causa di morte è una malattia respiratoria che non può essere qualificata come malattia professionale né come conseguenza di attività lavorativa, il diritto alla rendita viene escluso.

3. **Motivazione della decisione:**  
   La Corte ha sottolineato come il nesso causale tra attività lavorativa e malattia sia fondamentale per l’attribuzione della rendita. Nel caso in esame, la malattia respiratoria del lavoratore non era riconducibile a fattori lavorativi, né era stata accertata come malattia professionale, quindi non sussisteva il presupposto per la tutela previdenziale in favore del superstite.

4. **Implicazioni pratiche:**  
   La pronuncia chiarisce che per ottenere la rendita a superstite, è necessario accertare che il decesso sia stato causato da una malattia professionale o comunque collegata all’attività lavorativa. La semplice presenza di una malattia respiratoria, senza questa connessione, non basta per il riconoscimento della prestazione.

5. **Riflessioni sulla tutela del lavoratore e dei superstiti:**  
   La decisione evidenzia l’importanza di un’attenta valutazione medico-legale e di una corretta qualificazione delle malattie professionali. Essa tutela il principio che la previdenza sociale deve rispondere a criteri di causalità e di riconoscimento ufficiale delle malattie professionali.

**Conclusione:**  
La sentenza n. 27445/2025 della Cassazione afferma con chiarezza che, in assenza di un nesso causale tra la malattia respiratoria e l’attività lavorativa, il superstite non può ottenere la rendita. Questa decisione rafforza l’orientamento giurisprudenziale secondo cui la tutela previdenziale si applica esclusivamente in presenza di cause di decesso riconducibili al lavoro.

 

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