La sentenza della Cassazione n. 30472/2025 si focalizza su un tema di grande rilevanza nel diritto condominiale e penale: la legittimazione del singolo condomino a presentare querela in relazione a reati che ledono il patrimonio comune dell’edificio.
**Contesto normativo e giurisprudenziale**
Tradizionalmente, l’amministratore di condominio rappresenta l’ente condominiale in giudizio e può agire in sede penale per tutelare gli interessi comuni. Tuttavia, la presenza di una norma che garantisca anche al singolo condomino la possibilità di agire in querela introduce una rilevante novità, soprattutto in presenza di reati che coinvolgono direttamente il patrimonio condominiale, come furti, danneggiamenti o altre condotte illecite contro le cose comuni.
**Principio affermato dalla Cassazione**
La Corte di Cassazione, con la pronuncia n. 30472/2025, afferma che il singolo condomino è legittimato, almeno in via concorrente o surrogatoria, a presentare querela in relazione a reati che offendono il patrimonio comune. Questo significa che, in assenza di un intervento tempestivo o decisivo dell’amministratore, il condomino può agire direttamente, esercitando un suo diritto di tutela, affinché si avvii l’azione penale.
**Significato della legittimazione concorrente o surrogatoria**
- *Legittimazione concorrente* implica che il condomino può agire parallelamente all’amministratore, senza esclusione di quest’ultimo. Entrambi possono presentare querela, e l’azione può procedere indipendentemente dalla volontà dell’amministratore.
- *Legittimazione surrogatoria* indica invece che il condomino può agire in sostituzione dell’amministratore qualora quest’ultimo non abbia intrapreso l’azione nei tempi o nelle modalità dovute, garantendo così la tutela dell’interesse collettivo.
**Implicazioni pratiche**
Questa pronuncia rafforza il ruolo attivo dei singoli condomini nella difesa del patrimonio comune, riconoscendo loro una legittimazione diretta che può risultare decisiva in caso di inerzia dell’amministratore o di comportamenti omissivi. Ciò contribuisce a una maggiore tutela del patrimonio condominiale, incentivando i condomini a non rimanere passivi di fronte a comportamenti illeciti.
**Impatto sulla gestione condominiale**
Gli amministratori devono essere consapevoli di questa possibilità e adottare misure adeguate per favorire una corretta gestione delle eventuali denunce o querela. Inoltre, questa pronuncia potrebbe portare a un rafforzamento della partecipazione attiva dei condomini nella tutela dei beni comuni, anche attraverso forme di comunicazione e collaborazione più efficaci.
**In conclusione**
La sentenza della Cassazione n. 30472/2025 rappresenta un importante passo avanti nel riconoscimento dei diritti dei condomini di intervenire direttamente in tutela del patrimonio condominiale, equilibrando la rappresentanza dell’amministratore con la possibilità di azione dei singoli. Tale pronuncia evidenzia l’importanza di un’interpretazione evolutiva delle norme, volte a rafforzare la tutela collettiva e individuale nel contesto condominiale e penale.
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