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09 giugno 2025

La sentenza della Cassazione n. 20864 del 2025 fornisce un chiarimento importante sulla disciplina dell’evasione dai domiciliari introdotta dalla riforma in materia penale e processuale. In particolare, si focalizza sul criterio temporale che determina il momento in cui si configura l’evasione.

 

La sentenza della Cassazione n. 20864 del 2025 fornisce un chiarimento importante sulla disciplina dell’evasione dai domiciliari introdotta dalla riforma in materia penale e processuale. In particolare, si focalizza sul criterio temporale che determina il momento in cui si configura l’evasione.

**Contesto normativo:**  
La riforma ha introdotto un regime più severo per il reato di evasione dai domiciliari, stabilendo che questa si verifica quando il soggetto autorizzato a uscire dal proprio domicilio si allontana per un periodo superiore a 12 ore consecutive. La norma mira a distinguere tra brevi uscite autorizzate e reali evasione, con effetti penali diversi.

**Principio affermato dalla Cassazione:**  
La Cassazione, con questa pronuncia, ha precisato che **l’evasione si configura solamente al superamento della soglia delle 12 ore di allontanamento**. Ciò significa che, anche se il soggetto si allontana dal domicilio autorizzato, in assenza di un superamento di tale limite temporale, non si verifica l’evasione.

**Aspetti specifici riguardanti le uscite autorizzate:**  
La sentenza sottolinea che l’interpretazione della norma deve considerare anche le **uscite autorizzate per motivi di cura, come ad esempio per recarsi al Sert** (Servizio per le Dipendenze).  
In questi casi, l’uscita è formalmente autorizzata, e quindi, fino a che il soggetto non supera le 12 ore di assenza, **non si configura il reato di evasione**.  
Pertanto, anche se il soggetto si trovi fuori dal domicilio per periodi prolungati, purché non superi il limite temporale stabilito, la condotta non può essere qualificata come evasione.

**Implicazioni pratiche:**  
- La norma mira a evitare che uscite autorizzate per motivi di cura o necessità quotidiana siano considerate evasione, purché rispettino i limiti temporali.  
- Solo quando il soggetto si allontana oltre le 12 ore senza autorizzazione o se viola le condizioni dell’autorizzazione, si configura il reato di evasione.  
- La pronuncia della Cassazione ha quindi un’importante influenza sulla valutazione giudiziaria delle condotte di soggetti ai domiciliari che devono uscire per motivi di salute o assistenza.

**In conclusione:**  
La Cassazione n. 20864/2025 chiarisce che, ai fini della configurabilità dell’evasione dai domiciliari, è determinante il superamento di 12 ore di allontanamento dal domicilio autorizzato. Le uscite per motivi di cura, come recarsi al Sert, sono considerate legittime e non determinano automaticamente il reato, fintanto che il limite temporale non venga superato. Tale interpretazione contribuisce a una più equa applicazione della legge, distinguendo tra comportamenti illeciti e legittimi, in relazione alle esigenze di cura e assistenza del soggetto sottoposto a misura restrittiva domiciliare. 

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