La sentenza della Cassazione n. 11614/2025 rappresenta un importante precedente in materia di responsabilità della Pubblica Amministrazione, in particolare del Ministero dell’Istruzione, in relazione a episodi di abusi sessuali commessi da docenti in ambito scolastico.
**Contesto e rilievo della sentenza**
Il caso riguardava un episodio di abusi sessuali perpetrati da un docente nei confronti di uno studente all’interno di un istituto scolastico pubblico. La famiglia della vittima aveva agito in giudizio contro il Ministero dell’Istruzione, sostenendo che quest’ultimo fosse responsabile per aver omesso di adottare misure adeguate a prevenire tali comportamenti delittuosi.
**Principio enunciato dalla Corte**
La Suprema Corte ha affermato che, in presenza di condotte delittuose di docenti che violano i fini istituzionali della scuola, il Ministero può essere chiamato a risarcire i danni subiti dalla vittima, anche se tali condotte sono opposte agli obiettivi educativi dell’istituzione scolastica. La pronuncia si fonda sulla considerazione che, pur trattandosi di comportamenti criminosi, essi non sono oggettivamente improbabili o imprevedibili, e quindi non costituiscono un’anomalia tale da escludere la responsabilità della Pubblica Amministrazione.
**Implications giuridiche**
La sentenza sottolinea che:
- La responsabilità del Ministero può derivare anche da omissioni o inadeguatezze nell’attuazione delle misure di tutela e prevenzione.
- La condotta del docente, anche se estranea alle finalità dell’istituzione, non può escludere automaticamente la responsabilità della Pubblica Amministrazione se si dimostra che essa avrebbe potuto e dovuto adottare misure più efficaci per prevenire il danno.
- La presenza di comportamenti criminali all’interno di un contesto scolastico non può essere considerata un evento imprevedibile o anomalo tale da esentare la responsabilità della Pubblica Amministrazione, soprattutto se si evidenziano lacune o negligenze nell’attuazione delle politiche di tutela.
**Considerazioni finali**
La pronuncia si inserisce in un quadro giuridico che mira a rafforzare la tutela degli studenti e a responsabilizzare maggiormente le istituzioni scolastiche e il Ministero, affinché adottino tutte le misure necessarie per prevenire e contrastare comportamenti illeciti. Essa evidenzia come la responsabilità della Pubblica Amministrazione non possa essere esclusa semplicemente perché il comportamento illecito è contrario ai fini istituzionali, se invece si dimostra che tali eventi erano prevedibili e si potevano prevenire con adeguate misure di sicurezza e vigilanza.
In sintesi, la sentenza Cassazione n. 11614/2025 rappresenta un importante orientamento giurisprudenziale volto a garantire una maggiore tutela delle vittime di abusi all’interno del sistema scolastico, affermando che la responsabilità della Pubblica Amministrazione si estende anche alle condotte dei singoli agenti che, sebbene opposte agli obiettivi educativi, sono comunque prevedibili e evitabili.
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