La sentenza della Cassazione n. 12121/2025 affronta un tema di grande rilevanza nel diritto di famiglia, ovvero la revoca dell’assegno di mantenimento a una figlia ormai maggiorenne (20 anni), che non lavora, in un contesto di particolare complessità economica e sociale.
**Quadro fattuale e motivazioni della decisione**
La Corte ha evidenziato che, nel valutare la richiesta di revoca dell’assegno di mantenimento, occorre considerare non solo gli aspetti strettamente personali della beneficiaria, ma anche il contesto socio-economico locale. La ragazza, residente in Sicilia, nella provincia di Ragusa, si trova in una regione caratterizzata da un mercato del lavoro particolarmente sfavorvole, con poche opportunità di impiego, specie per le donne.
**Principio di attenzione al contesto locale**
La Suprema Corte ha ribadito che, ai fini di determinare se sussista o meno l’obbligo di mantenimento, è imprescindibile una valutazione complessiva delle reali possibilità lavorative della beneficiaria. In questo caso, la situazione della provincia di Ragusa, con tassi di disoccupazione elevati e limitate possibilità di inserimento lavorativo per i giovani e in particolare per le donne, rappresenta un elemento rilevante e giustificativo della mancata produzione di un reddito da parte della figlia.
**Impatto della circostanza sulla decisione**
La Corte ha quindi ritenuto che la semplice età della beneficiaria, o il fatto che non lavori, non siano di per sé sufficienti a mantenere l’obbligo di pagamento dell’assegno, senza considerare le reali possibilità di inserirsi nel mercato del lavoro. La condizione di difficoltà socio-economica locale, unitamente alla mancanza di alternative praticabili, giustifica il venir meno dell’obbligo di mantenimento, o comunque la sua riduzione, in assenza di ulteriori elementi che dimostrino un comportamento doloso o un’opposizione alla ricerca di occupazione.
**Principio di solidarietà e responsabilità**
La sentenza sottolinea inoltre che il diritto al mantenimento di un figlio maggiorenne deve essere bilanciato con il principio di solidarietà e di responsabilità sociale. In presenza di un contesto di grave disagio economico e di difficoltà di inserimento lavorativo, la Corte ha considerato che la revoca o la riduzione dell’assegno è compatibile con le circostanze, a condizione che siano state adottate adeguate iniziative di ricerca di occupazione e che la beneficiaria non abbia dimostrato di aver rifiutato opportunità valide.
**Conclusioni**
In sintesi, la sentenza Cassazione n. 12121/2025 ribadisce che, nel valutare la revoca di un assegno di mantenimento a un maggiorenne non lavoratore, la condizione socio-economica locale rappresenta un elemento determinante. La valutazione del mercato del lavoro della provincia di Ragusa, con le sue limitate possibilità, ha portato la Corte a considerare giustificata la riduzione o la revoca dell’assegno, in linea con il principio che il sostegno economico deve essere modulato tenendo conto delle concrete possibilità della beneficiaria, e non solo delle sue esigenze o aspirazioni.
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