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16 maggio 2025

La sentenza della Cassazione n. 12450 del 2025 affronta la questione relativa alla natura e ai termini applicabili alle azioni giudiziali promosse da stranieri in relazione alla carta di soggiorno o al permesso di soggiorno per motivi familiari, in particolare quando si tratta di richiedere un aggiornamento o di far valere un diritto soggettivo ad un titolo di soggiorno.

 

La sentenza della Cassazione n. 12450 del 2025 affronta la questione relativa alla natura e ai termini applicabili alle azioni giudiziali promosse da stranieri in relazione alla carta di soggiorno o al permesso di soggiorno per motivi familiari, in particolare quando si tratta di richiedere un aggiornamento o di far valere un diritto soggettivo ad un titolo di soggiorno.

In dettaglio, la Suprema Corte chiarisce che:

- **Oggetto della domanda giudiziale**: Lo straniero, che sia familiare di un cittadino Ue o titolare di un permesso di soggiorno per motivi familiari, può proporre un'azione giudiziale non per impugnare direttamente il provvedimento di diniego amministrativo (ad esempio, il diniego di aggiornamento della carta di soggiorno), ma per far accertare il suo diritto soggettivo a ottenere un titolo di soggiorno permanente o, in via subordinata, un permesso di soggiorno.

- **Carattere della domanda**: Si tratta di una domanda volta a riconoscere un diritto soggettivo, piuttosto che a contestare un atto amministrativo specifico. Ciò implica che la natura della domanda è di tipo costitutivo o di accertamento del diritto, piuttosto che di impugnazione di un atto amministrativo.

- **Implicazioni sui termini processuali**: La Corte evidenzia che, essendo la domanda diretta ad accertare un diritto soggettivo e non volta a contestare o impugnare il provvedimento di diniego, essa non è soggetta ai termini di decadenza previsti per le impugnazioni di atti amministrativi. Ciò significa che il ricorso in tal senso può essere proposto anche dopo i termini di decadenza previsti per altre tipologie di impugnazioni, purché sussistano i presupposti di legge per la domanda di accertamento.

In conclusione, questa pronuncia rafforza la tutela del diritto soggettivo allo straniero che ritenga di aver maturato un diritto a un titolo di soggiorno permanente o di permesso di soggiorno, consentendo di promuovere un'azione giudiziaria senza vincoli temporali stringenti di decadenza, purché si tratti di una richiesta volta ad accertare il diritto stesso e non a impugnare direttamente un atto amministrativo di diniego.


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