Consiglio di Stato 2025- Il Consiglio di Stato sulla questione evidenzia aspetti fondamentali riguardanti il corretto svolgimento delle prove fisiche nel contesto di un concorso pubblico, in particolare riguardo alla prova di corsa di 1000 metri, e le responsabilità dell’Amministrazione nella gestione di tali prove.
Sintesi e analisi dettagliata:
1. **Contestazione del ricorrente**:
Il ricorrente sostiene che il mancato superamento della prova di corsa di 1000 metri non sia imputabile a sue colpe o cause personali, bensì a una cattiva organizzazione e gestione da parte dell’Amministrazione. In sostanza, si lamenta che l’esito negativo derivi da problematiche legate alla modalità di svolgimento della prova, piuttosto che a sue carenze fisiche o di preparazione.
2. **Introduzione delle prove fisiche nel sistema normativo**:
Le prove fisiche sono state introdotte nel sistema con il decreto legislativo 27 dicembre 2019, n. 172, che ha previsto l’attuazione di queste modalità di accertamento. La novità normativa implica che l’Amministrazione si trovasse in una fase di prima applicazione, con tutte le difficoltà connesse alla corretta organizzazione di procedure nuove e non ancora perfettamente consolidate.
3. **Organizzazione e gestione delle prove**:
Il Consiglio di Stato sottolinea che l’Amministrazione avrebbe malamente organizzato e gestito le prove, in particolare la corsa di 1000 metri. Questa gestione approssimativa o inadeguata avrebbe influito sul regolare svolgimento delle prove, compromettendo l’esito per numerosi candidati, tra cui il ricorrente.
4. **Problemi tecnici e metodologici legati al cronometraggio**:
La questione centrale riguarda il metodo di misurazione del tempo durante la prova. L’Amministrazione si sarebbe limitata a riprodurre la stessa formulazione utilizzata per altri concorsi (ad esempio, quello per i 1350 allievi agenti della Polizia di Stato), secondo cui in caso di malfunzionamento dell’apparecchiatura elettronica si ricorre al cronometraggio manuale.
Tuttavia, il ricorrente e altri candidati contestano che l’Amministrazione non abbia adottato tutte le misure idonee a garantire un sistema di cronometraggio corretto, affidandosi passivamente alla riproduzione di procedure precedenti senza garantire la corretta applicazione delle regole di disciplina sportiva. Questo avrebbe causato una discrepanza tra il tempo effettivamente impiegato nella corsa e quello rilevato dalla Commissione, con possibili conseguenze sulla valutazione finale.
5. **Implicazioni e responsabilità dell’Amministrazione**:
La critica principale riguarda la responsabilità dell’Amministrazione di garantire un metodo di misurazione affidabile e conforme alle regole sportive e tecniche. La mancata adozione di misure adeguate avrebbe compromesso la correttezza e la trasparenza delle prove, con effetti diretti sull’esito dei candidati.
**Conclusioni**:
Il Consiglio di Stato si sofferma sulla responsabilità dell’Amministrazione nella gestione delle prove fisiche, evidenziando che eventuali inefficienze o negligenze nel garantire condizioni di svolgimento corrette possono giustificare il ricorso del candidato. La corretta organizzazione, la precisione nelle misurazioni e il rispetto delle procedure sono elementi fondamentali per assicurare la legittimità e la trasparenza delle prove concorsuali.
In definitiva, il giudice sottolinea che le responsabilità per eventuali errori o irregolarità risiedono nell’Amministrazione, e non nel soggetto che partecipa alla prova, a meno che questi ultimi non abbiano contribuito in modo diretto o colposo alla situazione contestata.
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