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29 agosto 2025

La sentenza della Cassazione n. 28538/2025 si occupa di una fattispecie di diffamazione aggravata commessa attraverso la pubblicazione di una notizia online riguardante un arresto, senza fornire successivamente chiarimenti circa l’annullamento della misura cautelare e l’ottenimento di un indennizzo per ingiusta detenzione.

 

 

 

La sentenza della Cassazione n. 28538/2025 si occupa di una fattispecie di diffamazione aggravata commessa attraverso la pubblicazione di una notizia online riguardante un arresto, senza fornire successivamente chiarimenti circa l’annullamento della misura cautelare e l’ottenimento di un indennizzo per ingiusta detenzione.

**Principali punti di rilievo della decisione:**

1. **Diffamazione aggravata:**  
   La pubblicazione di una notizia falsa o non corredata da adeguata verifica, specie se inerente a fatti giudiziari, può configurare il reato di diffamazione aggravata, soprattutto se accompagnata da modalità di diffusione particolarmente invasive o pubblicitarie come il web.

2. **Fattispecie specifica:**  
   La sentenza evidenzia come la mancata rettifica o chiarimento circa l’annullamento dell’arresto e l’indennizzo per ingiusta detenzione possa aggravare la condotta diffamatoria, rafforzandone gli aspetti lesivi della reputazione.

3. **Prescrizione del reato:**  
   Nonostante l’accertamento della responsabilità penale, la Cassazione ha osservato che il reato di diffamazione si sia ormai prescritto. Ciò si riferisce ai termini di decadenza previsti dalla legge penale per la proposizione del processo penale, che nel caso specifico sono decorsi.

4. **Danni in sede civile:**  
   Pur essendo prescritto il reato penale, la vittima può agire in sede civile per il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali derivanti dalla diffamazione. La responsabilità civile non è soggetta a prescrizione come quella penale e può essere fatta valere anche a distanza di tempo.

**Implicazioni pratiche:**

- La sentenza sottolinea l’importanza di un comportamento responsabile nell’informazione online, specialmente in relazione a fatti giudiziari.
- La reiterazione o l’omissione di rettifiche può aggravare la posizione dell’autore della pubblicazione.
- La differenza tra responsabilità penale e civile è fondamentale: anche se il reato penale si prescrive, i danni causati possono comunque essere richiesti in sede civile, garantendo tutela alla reputazione della persona coinvolta.

**In sintesi:**  
La Suprema Corte ha confermato che, nel caso di diffamazione aggravata attraverso notizie pubblicate sul web relative a arresti poi annullati e a indennizzi per ingiusta detenzione, il reato si sia ormai prescritto, ma resta possibile agire civilmente per il risarcimento dei danni subiti. La condotta diffamatoria, aggravata dalla mancata rettifica e dalla diffusione di notizie false, può comunque comportare responsabilità in sede civile.

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