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16 agosto 2025

Cassazione 2025 - la pulizia di città e paesi è dovere del sindaco e della struttura comunale La sentenza proclama l’obbligo prioritario dei Comuni di curare la gestione dei rifiuti e la salubrità ambientale, ritenendo tali interessi di rango costituzionale e imponendo un indirizzo delle risorse disponibili prioritariamente a tali finalità.

 


Cassazione 2025 - la pulizia di città e paesi è dovere del sindaco e della struttura comunale
La sentenza proclama l’obbligo prioritario dei Comuni di curare la gestione dei rifiuti e la salubrità ambientale, ritenendo tali interessi di rango costituzionale e imponendo un indirizzo delle risorse disponibili prioritariamente a tali finalità.

- In caso di insufficienza di risorse, si indica la possibilità di intervenire con strumenti straordinari (es. ordinanze contingibili ed urgenti) e, se necessario, con forme temporanee di gestione rifiuti anche in deroga alle norme vigenti, purché nel rispetto delle direttive europee.
- L’inerzia può comportare responsabilità, anche penale, per il sindaco e per i dirigenti per il fallimento nell’impedire l’illecito ambientale, in virtù del richiamo all’articolo 40 del codice penale (inerzia probatoria e causalità su danni ambientali).

Quadro giuridico di riferimento
- Obbligo di tutela della salute e dell’ambiente: la fonte primaria è la correlazione tra salute pubblica, tutela ambientale e uso responsabile delle risorse pubbliche. In teoria, tali valori hanno rilievo costituzionale e influenzano la gestione della cosa pubblica.
- Priorità delle risorse: la sentenza ribadisce che le risorse finanziarie devono essere destinate prioritariamente alla salute e all’ambiente, superando altre esigenze considerabili.
- Strumenti di emergenza: ordinanze contingibili ed urgenti di carattere eccezionale possono essere utilizzate per far fronte a emergenze ambientali; tali misure devono rimanere entro i limiti stabiliti dalle norme e, se necessario, conformarsi alle direttive UE.
- Responsabilità degli amministratori: l’inazione o la negligenza può configurare responsabilità anche penale ai sensi dell’art. 40 c.p. (chi non impedisce un evento che avrebbe potuto e dovuto impedire). In ambito ambientale questo può tradursi in responsabilità per depauperamento dell’ambiente, inquinamento o altri illeciti.

Fatti della causa e lezioni principali
- Caso concreto: sindaco e responsabile tecnico di Xxxx che non avrebbero eliminato scarichi inquinanti, giustificando la mancanza di fondi per la realizzazione di depuratori.
- Risposta della Corte: la tutela della salute e dell’ambiente non può essere subordinata a continui rinvii per motivi di bilancio; è lecito intervenire immediatamente e con strumenti legittimi per evitare danni ambientali e sanitari.
- Implicazioni pratiche: anche in assenza di fondi immediati, si devono individuare misure alternative e urgenti per contenere danni (misure di gestione orientate a ridurre l’esposizione a rischi, ad es. gestione temporanea dei rifiuti, subappalti, accordi di servizio, utilizzo di forme di sub-gestione).

Impatti per i sindaci e la burocrazia locale
- Prospettiva di responsabilità: i sindaci e i dirigenti possono essere chiamati a rispondere per colpa, se non hanno attuato interventi adeguati nonostante la possibilità di farlo legalmente (anche in assenza di risorse immediate).
- Obbligo di azione preventiva: è richiesto l’adozione di misure di tutela in via primaria, privilegiando strumenti di gestione rifiuti e misure di emergenza, e non limitandosi a una mera dichiarazione di impossibilità di intervento.
- Responsabilità di bilancio: la sentenza impone una gestione orientata prioritariamente verso salute e ambiente; ciò può richiedere ristrutturazioni di bilancio o ricorsi a strumenti eccezionali, sempre entro i limiti di legge e delle direttive europee.

Criticità e spunti di riflessione
- Limiti di legittimità delle deroghe: l’apertura a interventi in deroga alle norme vigenti, anche se guidata da finalità di tutela ambientale, deve essere attentamente circoscritta e giustificata, per non compromettere principi di legalità, proporzionalità e uguaglianza.
- Coordinamento tra livelli di governo: l’efficacia della sentenza dipende dalla capacità di coordinare azioni tra Comune, gestori del servizio rifiuti, ARPA/ASL, Regione e, quando necessario, enti sovraordinati dell’UE. Senza linee di comando chiare, il rischio è di azioni frammentate o inefficaci.
- Sicurezza giuridica e diritto processuale: la prospettiva di responsabilità penale per inazione richiede chiarezza normativa su quali interventi siano obbligatori, quali siano le forme di urgenza ammissibili e quali procedure di monitoraggio e verifica siano imposte agli amministratori.
- Impatti reputazionali e sociali: una lettura “spoiler” della sentenza potrebbe generare scetticismo tra cittadini e imprese. È utile accompagnare la comunicazione istituzionale con dati, piani di intervento e tempistiche chiare per legittimare l’azione pubblica.

Suggerimenti operativi per i sindaci e la burocrazia comunale
- Valutare rapidamente lo stato sanitario e ambientale del territorio, conducendo o aggiornando una mappa dei rischi legati ai rifiuti.
- Predisporre immediatamente piani di emergenza e misure contingibili ed urgenti per ridurre danni, inclusi accordi temporanei con gestori, potenziamento temporaneo della raccolta differenziata o strategicità di ubicazioni di stoccaggio controllato, in conformità alle direttive europee.
- Verificare l’esistenza di strumenti giuridici adeguati per intervenire (ordinanze, poteri di emergenza, transazioni di servizio) e, se necessario, richiedere supporto legale per la legittimità di misure derogatorie.
- Anteporre la tutela della salute pubblica e dell’ambiente al pari di altre voci di bilancio, ma pianificando una transizione sostenibile (piani di investimento, accesso a fondi regionali/nazionali, bandi europei).
- Migliorare la trasparenza e la comunicazione: informare costantemente i cittadini sulle misure intraprese, sui tempi previsti e sui controlli ambientali in corso.
- Rafforzare la governance della gestione dei rifiuti: definire ruoli, responsabilità e indicatori di performance, inclusi obiettivi di riduzione dei rifiuti e miglioramento della qualità delle acque e dell’aria.


 

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