Cassazione 2025- **Esposizione ad Amianto, Decesso per Mesotelioma Pleurico, Asbestosi e Oneri Probatori per il Datore di Lavoro**
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### **Introduzione**
Nel 2025, la Corte di Cassazione ha affrontato un caso di rilevanza giurisprudenziale riguardante le problematiche di esposizione ad amianto, con particolare attenzione alle responsabilità del datore di lavoro in relazione al decesso per mesotelioma pleurico e asbestosi. La pronuncia si inserisce nel quadro delle normative di tutela della salute dei lavoratori e delle responsabilità civili e penali del datore di lavoro in materia di rischi professionali connessi all’amianto.
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### **Fatti di causa**
Il caso riguardava un lavoratore che, dopo anni di esposizione ad amianto sul luogo di lavoro, era deceduto per mesotelioma pleurico. La famiglia del defunto aveva citato in giudizio il datore di lavoro, sostenendo che quest’ultimo fosse responsabile della mancata prevenzione e protezione, aggravando così i rischi di insorgenza della malattia professionale. La parte attrice chiedeva il risarcimento dei danni e la condanna del datore di lavoro al risarcimento, anche sulla base di presunzioni di esposizione.
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### **Questioni giuridiche affrontate dalla Cassazione**
1. **Onere della prova in materia di esposizione ad amianto**
2. **Responsabilità del datore di lavoro e obblighi di tutela**
3. **Natura e dimostrazione del nesso causale tra esposizione e decesso**
4. **Valutazione delle presunzioni di esposizione in assenza di documentazione specifica**
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### **Punto 1: Onere della prova e presunzioni di esposizione**
La Corte ha ribadito che, in materia di esposizione ad amianto, grava sul datore di lavoro l’onere di dimostrare di aver adottato tutte le misure di sicurezza previste dalla normativa vigente. Tuttavia, in assenza di documentazione specifica sulla esposizione del lavoratore, si può fare ricorso a presunzioni di fatto, fondate su elementi oggettivi come:
- **Durata e natura dell’attività lavorativa**
- **Settore di appartenenza e tipologia di lavorazioni svolte**
- **Dati epidemiologici e studi sulla rischiosità dell’attività svolta**
In tale contesto, la Cassazione ha sottolineato che la mancata preservazione di dati certi sulla esposizione può essere colmata con elementi indiziari, purché siano gravi, precisi e concordanti.
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### **Punto 2: Responsabilità del datore di lavoro e obblighi di prevenzione**
La pronuncia ha riaffermato che il datore di lavoro ha l’obbligo di adottare tutte le misure idonee a tutelare la salute dei lavoratori, in conformità alle normative vigenti (ex D.Lgs. 81/2008 e successive modifiche). La responsabilità può essere configurata anche in presenza di mancanza di atti dimostrativi diretti di esposizione, qualora siano emersi elementi che rendano ragionevolmente presumibile l’esposizione.
Inoltre, la Corte ha precisato che la responsabilità del datore di lavoro può essere accertata anche in presenza di omissioni o inadempimenti delle misure di sicurezza, come:
- Mancata fornitura di dispositivi di protezione individuale
- Inadeguata informazione e formazione dei lavoratori
- Mancanza di controlli ambientali e sorveglianza sanitaria
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### **Punto 3: Nesso causale tra esposizione e decesso**
Il collegamento tra esposizione ad amianto e mesotelioma pleurico è ormai consolidato a livello scientifico e giurisprudenziale. La Corte ha evidenziato che, in assenza di prove dirette, il rapporto causale può essere desunto da:
- La durata e intensità dell’esposizione
- La latenza tipica della malattia (spesso decenni)
- La presenza di attività lavorative note per il rischio di esposizione ad amianto
Nel caso specifico, la Cassazione ha ritenuto sufficiente la dimostrazione indiretta di esposizione, considerando anche i dati epidemiologici e le caratteristiche dell’attività svolta dal defunto.
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### **Punto 4: Oneri probatori e riparto della prova**
Secondo la pronuncia, in materia di responsabilità per malattie professionali da amianto, l’onere probatorio si configura come complesso e spesso invertito rispetto alla norma generale. La Cassazione ha sottolineato che:
- Spetta al datore di lavoro dimostrare di aver rispettato le norme di sicurezza e di aver evitato l’esposizione.
- In mancanza di prova certa, le presunzioni di fatto a favore del lavoratore (o della famiglia del deceduto) assumono rilievo decisivo.
In tal modo, si garantisce un equilibrio tra le posizioni delle parti e si tutela la salute pubblica e dei lavoratori.
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### **Conclusioni della Cassazione (2025)**
La Corte di Cassazione ha concluso che:
- La responsabilità del datore di lavoro può essere riconosciuta anche in assenza di prova diretta dell’esposizione, purché siano presenti elementi indiziari gravi e concordanti.
- L’obbligo di tutela del datore di lavoro implica l’adozione di tutte le misure preventive, anche in assenza di documentazione completa.
- La prova del nesso causale tra esposizione ad amianto e mesotelioma può essere desunta da elementi epidemiologici, storici lavorativi e altri elementi probatori indiziari.
- In caso di decesso, la famiglia può agire in giudizio chiedendo il risarcimento, anche sulla base di presunzioni, con oneri probatori bilanciati.
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### **Impatti pratici e giurisprudenziali**
Questa sentenza rafforza la tutela dei lavoratori e dei loro familiari, ribadendo l’importanza per i datori di lavoro di rispettare scrupolosamente le norme di sicurezza e di documentare le attività rischiose. Inoltre, si evidenzia come la giurisprudenza favorisca un approccio probatorio flessibile, utile in contesti in cui la documentazione storica può essere carente o mancante.
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**In sintesi**, la Cassazione 2025 rappresenta un importante punto di riferimento nella giurisprudenza sulle responsabilità in materia di esposizione ad amianto, chiarendo i criteri per l’onere della prova, la valutazione degli elementi indiziari e il ruolo delle presunzioni nel riconoscimento della responsabilità del datore di lavoro e nel risarcimento dei danni.
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