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25 aprile 2025

Cassazione 2025-La recente pronuncia della Corte di Cassazione rappresenta un importante chiarimento in merito alla valutazione della relazione causale tra esposizione all’amianto e insorgenza di carcinomi, in particolare nel contesto del carcinoma del colon. La sentenza sottolinea che un’esposizione prolungata e significativa all’amianto, anche se elevata e cumulativa nel corso di molti anni, può essere considerata come una concausa “soltanto possibile” dell’insorgenza di tale neoplasia.

 

Cassazione 2025-La recente pronuncia della Corte di Cassazione rappresenta un importante chiarimento in merito alla valutazione della relazione causale tra esposizione all’amianto e insorgenza di carcinomi, in particolare nel contesto del carcinoma del colon. La sentenza sottolinea che un’esposizione prolungata e significativa all’amianto, anche se elevata e cumulativa nel corso di molti anni, può essere considerata come una concausa “soltanto possibile” dell’insorgenza di tale neoplasia.

**Aspetti salienti della pronuncia:**

1. **Valutazione della causalità**: La Cassazione evidenzia che, benché l’amianto sia riconosciuto come causa certa di alcune neoplasie (come il mesotelioma pleurico e altri tumori dell’apparato respiratorio), la sua relazione con tumori dell’intestino, come il carcinoma del colon, non può essere considerata altrettanto diretta o esclusiva.

2. **Criterio di probabilità**: La sentenza richiama il principio secondo cui l’esposizione all’amianto può contribuire allo sviluppo di un tumore come fattore “possibile” ma non “probabile” o “certamente causale” in assenza di elementi di prova specifici. La presenza di una lunga esposizione, anche elevata, non implica automaticamente una causalità diretta, ma può costituire un fattore di concausa tra altri elementi di rischio.

3. **Implicazioni per le cause di lavoro**: La pronuncia ha effetti significativi in ambito di risarcimento e di riconoscimento di malattie professionali. Evidenzia come, nel caso del carcinoma del colon, la relazione con l’esposizione all’amianto sia considerata, almeno, come una possibilità e non come una certezza, influenzando le decisioni di accertamento e di risarcimento.

4. **Impatto sulla giurisprudenza e sulla prova**: La Corte sottolinea l’importanza di un’attenta valutazione delle evidenze scientifiche e delle circostanze di fatto nella ricostruzione del nesso causale. La valutazione del ruolo dell’amianto nel determinismo di tumori non respiratori richiede, quindi, una rigorosa analisi delle prove disponibili, riconoscendo che la presenza di un’esposizione prolungata non implica automaticamente una causalità diretta.

**Implicazioni pratiche:**

- Per i lavoratori e le parti coinvolte, questa pronuncia indica che il riconoscimento di un ruolo causale dell’amianto in tumori dell’intestino, come il colon, richiede una prova più articolata e non può essere presunto semplicemente sulla base di una lunga esposizione.
- Per i giudici e gli avvocati, la pronuncia fornisce una linea guida chiara sulla valutazione delle prove di causalità in casi di tumori non tradizionalmente associati all’amianto.
- Per la comunità scientifica, la sentenza può incentivare ulteriori studi sulla relazione tra esposizione all’amianto e tumori non respiratori, al fine di chiarire i meccanismi eziopatogenetici e le eventuali responsabilità.

**Conclusione:**

La pronuncia della Cassazione del 2025 ribadisce la complessità nel dimostrare il nesso causale tra esposizione all’amianto e tumori dell’apparato digerente, come il carcinoma del colon. La qualificazione come “concausa soltanto possibile” evidenzia l’importanza di un’analisi rigorosa delle circostanze di fatto e delle evidenze scientifiche, rafforzando il principio che la causalità deve essere accertata con elementi di prova concreti e non presunta sulla base di esposizioni prolungate o elevate.


 

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