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12 ottobre 2025

Cassazione 2025 - Diffamazione e Permanenza dell'Articolo

 


Cassazione 2025 - Diffamazione e Permanenza dell'Articolo Online (Cassazione n. 32533/2025)

La Sentenza n. 32533 della Corte di Cassazione (presumibilmente depositata nel 2025) affronta e risolve in modo definitivo una questione fondamentale e dibattuta nell'era digitale: la natura giuridica del reato di diffamazione commesso attraverso la pubblicazione di un articolo diffamatorio sul web.

La Corte ha stabilito che la diffamazione, anche se realizzata via internet, rimane un reato istantaneo e non si trasforma in reato permanente per il solo fatto che il contenuto (articolo, post, commento) continui a essere accessibile online.


1. La Natura Istantanea del Reato

Il principio cardine ribadito dalla Cassazione è che la diffamazione è un reato che si consuma nel momento in cui l'offesa viene percepita dal terzo soggetto (diverso dall'offeso), a cui il contenuto era destinato:

  • Momento Consumativo: Il reato si perfeziona e si consuma nel momento in cui l'articolo diffamatorio viene pubblicato online e, di conseguenza, messo a disposizione di un numero indeterminato di persone.

  • Irrilevanza della Permanenza: La successiva permanenza dell'articolo online (la sua accessibilità nel tempo) non è considerata un prolungamento dell'azione criminosa, bensì una mera conseguenza passiva dell'azione istantanea di pubblicazione.

In altre parole, il reato è istantaneo perché l'azione offensiva si esaurisce nel momento del caricamento (upload) del contenuto.


2. Le Implicazioni Pratiche e Giuridiche

Questa qualificazione ha conseguenze pratiche decisive, soprattutto in due ambiti chiave:

A. Decorrenza della Prescrizione

Questo è l'aspetto più cruciale della sentenza. La prescrizione, ovvero il termine entro il quale lo Stato può esercitare l'azione penale, inizia a decorrere:

  • Dal giorno della pubblicazione online.

Se il reato fosse stato considerato "permanente", la prescrizione sarebbe iniziata solo dal momento della rimozione dell'articolo (o della cessazione della permanenza). Ritenendolo istantaneo, si dà certezza ai termini e si evita che il reato diventi virtualmente imprescrittibile fino a quando l'autore non decida di cancellare il contenuto.

B. Competenza Territoriale

Sebbene la sentenza si concentri sulla natura istantanea, tale principio ha riflessi anche sulla competenza territoriale del Giudice. Essendo un reato istantaneo, la competenza può essere fissata nel luogo in cui l'autore ha agito (cioè il luogo di pubblicazione/upload) o dove la notizia è stata diffusa e percepita la prima volta.


3. La Diffamazione Aggravata e il Riferimento al "Mezzo Stampa"

La diffamazione via web rientra tipicamente nella fattispecie aggravata prevista dall'articolo 595, comma 3, del Codice Penale (diffamazione col mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità).

  • La Cassazione ha chiarito in precedenti pronunce che internet è assimilabile a un "mezzo di pubblicità" potenziato, garantendo la maggiore diffusione dell'offesa (diffamazione aggravata).

  • La sentenza in commento non mette in discussione l'aggravante della diffusione, ma stabilisce che la modalità di diffusione (il mezzo informatico) non modifica la struttura ontologica del reato, che resta legato al momento dell'offesa, non alla sua successiva disponibilità.

Conclusione

La Sentenza n. 32533/2025 offre chiarezza e certezza del diritto nell'ambito della criminalità informatica. La diffamazione via web è un reato che si consuma nel momento in cui il contenuto viene immesso nella rete, e da quel momento decorrono i termini di prescrizione. Questa decisione bilancia l'esigenza di tutelare l'onore della persona offesa con il principio di legalità e la garanzia che i procedimenti penali non restino sospesi sine die a causa della natura persistente e accessibile dei contenuti digitali.

 

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