Tar 2025 - Il caso riguarda la legittimità costituzionale della norma, nata come provvisoria, che prevede il pagamento rateale del trattamento di fine servizio (Tfs) e del trattamento di fine rapporto (Tfr), e che ormai da quindici anni è in vigore. La questione è stata sollevata dal Tar xxx con un’ordinanza, in un procedimento che coinvolge un pensionato della Questura di XXXX, il quale ha chiesto che l’Inps gli eroghi senza dilazioni il suo trattamento di fine servizio, comprensivo di interessi e rivalutazione monetaria.
**Contesto normativo e questioni sollevate**
L’attenzione si concentra sull’articolo 12 del decreto legge 78/2010, che stabilisce che per importi superiori a 50mila o 100mila euro, il Tfs venga liquidato in due o tre rate annuali. Questa norma, inizialmente concepita come misura temporanea per il contenimento della spesa pubblica e la stabilizzazione dei conti pubblici, si è poi protratta nel tempo, assumendo carattere strutturale. La norma prevede inoltre il riconoscimento degli interessi legali, ma non della rivalutazione monetaria, con la conseguenza che il beneficiario del trattamento non riceve un importo aggiornato per riflettere la perdita del potere d’acquisto causata dall’inflazione.
**Le argomentazioni del ricorso**
L’ex dipendente ha osservato come questa disposizione abbia invalidato il diritto a una corretta tutela del lavoratore, in violazione dell’articolo 36 della Costituzione, che garantisce la retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e la sua adeguatezza. La mancanza di rivalutazione monetaria comporta una perdita effettiva del valore del trattamento rispetto a quanto maturato, e quindi una lesione del diritto del pensionato di ricevere un importo che tenga conto dell’inflazione.
**Le questioni di legittimità costituzionale sollevate**
Il Tar ha ritenuto non manifestamente infondata la questione di costituzionalità sollevata, che riguarda principalmente due aspetti:
1. La dilazione del pagamento del Tfs, che potrebbe risultare contraria all’articolo 36 della Costituzione, che tutela il diritto del lavoratore ad una retribuzione proporzionata e tempestiva.
2. La mancata applicazione della rivalutazione monetaria, che porterebbe a una lesione del diritto del beneficiario di ottenere un trattamento economico equo, in linea con il principio di tutela del potere d’acquisto garantito dall’articolo 41 della Costituzione.
**Precedenti e situazione attuale**
Il Tar delle Marche aveva già sollevato analoga questione, e la Corte costituzionale si era già pronunciata nel 2019 e nel 2023, evidenziando l’urgenza di una riforma normativa che ridefinisca la disciplina del pagamento del Tfs e Tfr, considerando anche gli aspetti di sostenibilità economica e di tutela dei diritti dei lavoratori e pensionati.
**Conseguenze e prospettive**
La questione di costituzionalità sollevata dal Tar del xxxxxx rappresenta un passo importante nel dibattito sulla tutela dei diritti dei lavoratori pubblici e sulla compatibilità delle norme di contenimento della spesa pubblica con i principi costituzionali. La pronuncia della Corte costituzionale potrebbe portare a una riforma normativa che elimini le modalità di pagamento rateale e introduca meccanismi di rivalutazione adeguati, garantendo che i trattamenti di fine rapporto e di fine servizio siano correttamente rivalutati e corrisposti in modo tempestivo.
**In conclusione**
Il dibattito aperto dal Tar sulla legittimità costituzionale della norma dimostra come le questioni di tutela dei diritti fondamentali possano entrare in tensione con le esigenze di contenimento della spesa pubblica, e sottolinea l’importanza di un intervento normativo che trovi un equilibrio tra questi interessi, rispettando i principi costituzionali di equità, tutela del lavoratore e corretta gestione delle risorse pubbliche.
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