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07 luglio 2025

La sentenza della Cassazione n. 23947 del 2025 riguarda una questione fondamentale di diritto penale: la distinzione tra il delitto di estorsione e quello di truffa "vessatoria", in particolare nell’ambito delle condotte che coinvolgono minacce o artifici ingannevoli per ottenere un vantaggio patrimoniale.

 

La  sentenza della Cassazione n. 23947 del 2025 riguarda una questione fondamentale di diritto penale: la distinzione tra il delitto di estorsione e quello di truffa "vessatoria", in particolare nell’ambito delle condotte che coinvolgono minacce o artifici ingannevoli per ottenere un vantaggio patrimoniale.

**Punti chiave della sentenza e del commento:**

1. **Differenza tra estorsione e truffa vessatoria:**  
   La sentenza chiarisce che la differenza principale risiede nel modo in cui si presenta il pericolo o la danno prospettata alla vittima.  
   
2. **Estorsione:**  
   Si configura quando l’agente prospetta alla vittima un pericolo reale e attuale di un evento dannoso, che può essere attribuito all’agente stesso. La vittima, in questo caso, non è ingannata nel senso di credere erroneamente a qualcosa di possibile o eventuale, ma si trova di fronte a una minaccia concreta e concreta, dalla quale si sente costretta a scegliere tra subire lo spossessamento o il danno minacciato.  
   - **Carattere ineluttabile:** La vittima si trova in una situazione di "alternativa ineluttabile", cioè deve scegliere tra due mali, senza possibilità di resistere o di agire diversamente.

3. **Truffa aggravata ("vessatoria"):**  
   Si verifica quando il danno prospettato è solo possibile o eventuale, e non deriva direttamente dall’agente. La vittima, in questo caso, è vittima di un artificio ingannevole che la induce a un comportamento (ad esempio, pagare o consegnare denaro) in errore, senza sentirsi direttamente minacciata o costretta.  
   - **Carattere di errore:** La vittima si determina all’azione perché crede in una realtà diversa da quella effettiva, ma non si trova di fronte a una minaccia reale e immediata.

**Implicazioni pratiche:**  
La distinzione è fondamentale perché influisce sulla qualificazione giuridica del fatto e, di conseguenza, sulla pena applicabile. La Cassazione sottolinea che la presenza di un pericolo reale e attuale, che non lascia spazio all’errore, configura l’estorsione, mentre la prospettazione di un danno eventuale e la manipolazione dell’errore sono elementi caratterizzanti della truffa vessatoria.

**In conclusione:**  
La sentenza ribadisce un principio importante:  
- La natura del rischio prospettato (reale e attuale vs possibile e eventuale) determina la qualificazione del reato.  
- La consapevolezza e la volontà della vittima, così come la presenza di minaccia immediata e coercitiva, sono elementi decisivi per distinguere tra estorsione e truffa aggravata.

Questo approccio assicura una giusta interpretazione delle condotte delittuose e una corretta applicazione delle pene, tutelando i diritti dei soggetti più vulnerabili di fronte a comportamenti intimidatori o ingannevoli. 

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