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06 luglio 2025

Il 2025 ha portato importanti chiarimenti dalla Corte di Cassazione riguardo alla responsabilità dei blogger e dei gestori di spazi web in relazione ai commenti diffamatori pubblicati da terzi. La decisione si inserisce nel quadro giuridico europeo e nazionale, e ha come elemento centrale il principio secondo cui un blogger può essere chiamato a rispondere civilmente dei contenuti diffamatori che circolano sul suo sito, ma solo quando sia a conoscenza della loro manifesta illiceità e non abbia adottato tempestive misure di rimozione.

 

Il 2025 ha portato importanti chiarimenti dalla Corte di Cassazione riguardo alla responsabilità dei blogger e dei gestori di spazi web in relazione ai commenti diffamatori pubblicati da terzi. La decisione si inserisce nel quadro giuridico europeo e nazionale, e ha come elemento centrale il principio secondo cui un blogger può essere chiamato a rispondere civilmente dei contenuti diffamatori che circolano sul suo sito, ma solo quando sia a conoscenza della loro manifesta illiceità e non abbia adottato tempestive misure di rimozione.

**Punti chiave della sentenza:**

1. **Responsabilità del blogger:** La Cassazione ha affermato che il blogger è responsabile per i commenti diffamatori pubblicati da terzi se, una volta venuto a conoscenza di tali contenuti, non agisce prontamente per rimuoverli. La responsabilità in questo caso è di natura civile e mira al risarcimento dei danni, senza pregiudicare i principi costituzionali di personalità e responsabilità penale.

2. **Conoscenza e responsabilità:** La decisione evidenzia che la semplice comunicazione alle autorità o la conoscenza indiretta dei contenuti non sono sufficienti da sole a determinare la responsabilità. È necessario che il gestore del sito abbia piena consapevolezza della manifesta illiceità dei contenuti e che, in presenza di questa, non intervenga tempestivamente.

3. **No obbligo di controllo generalizzato:** La Corte chiarisce che non si tratta di imporre un obbligo di controllo continuo e assoluto sui contenuti pubblicati, ma di agire con senso di responsabilità quando si abbia piena consapevolezza dell'illiceità. La responsabilità deriva quindi dalla conoscenza effettiva e dalla mancata azione dopo averla acquisita.

4. **Applicazione del diritto europeo e nazionale:** La pronuncia si inserisce nel rispetto della normativa comunitaria (Direttiva 2000/31/CE) e delle disposizioni italiane recepite dal Decreto legislativo n. 70/2003, rafforzando l’obbligo di responsabilità dei gestori di piattaforme online nel caso di contenuti illeci.

5. **Implicazioni pratiche:** La decisione invita i gestori di blog e piattaforme web a mantenere un’attenzione vigile sui contenuti pubblicati, specialmente quando si trattano di materiali palesemente diffamatori o illeciti. È un richiamo alla responsabilità non come limitazione della libertà di espressione, ma come dovere di vigilanza quando si è a conoscenza di contenuti manifestamente illeciti.

**Impatto sulla società digitale:**

La sentenza sottolinea un principio fondamentale nel mondo dell’informazione online: la responsabilità non si limita alla gestione formale di uno spazio web, ma si estende anche alla consapevolezza delle attività illecite che vi circolano. Questo comporta un diverso atteggiamento da parte di gestori e blogger, che devono monitorare con attenzione e agire prontamente per evitare di essere coinvolti in cause civili o penali.

In conclusione, la decisione della Cassazione del 2025 rappresenta un passo importante nel definire i limiti della responsabilità dei gestori di piattaforme online, rafforzando l’obbligo di attenzione e di intervento in presenza di contenuti manifestamente diffamatori o illeciti, senza però imporre un controllo continuo e indiscriminato. È un equilibrio tra libertà di espressione e tutela della reputazione, che richiede comunque responsabilità e buona prassi da parte di chi gestisce spazi di comunicazione sul web.


 

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