La sentenza della Corte di Cassazione n. 15457 del 2025 rappresenta un importante esempio di chiarimento in materia di responsabilità degli enti pubblici e di onere di vigilanza in ambito di sicurezza delle aree marine di competenza comunale.
**Contesto fattuale e decisione:**
Nel caso in esame, una minore è deceduta per annegamento in un tratto di mare di competenza del Comune di Otranto. La famiglia della minore ha agito contro il Comune, ritenendo che quest’ultimo fosse responsabile per aver omesso di adottare misure adeguate di vigilanza o di sicurezza. Tuttavia, la Suprema Corte ha stabilito che il Comune non può essere considerato responsabile dell’incidente, anche alla luce della circostanza che il padre della minore si era fermato a parlare con un conoscente, distraendosi e allontanandosi dal punto di vigilanza.
**Analisi giuridica:**
1. **Responsabilità del Comune di Otranto:**
La Corte ha ribadito il principio secondo cui gli enti pubblici, in particolare i Comuni, sono responsabili della sicurezza nelle aree di loro competenza solo se dimostrano di aver adottato tutte le misure necessarie e adeguate per prevenire rischi prevedibili. La responsabilità, tuttavia, non può essere attribuita se si dimostra che il fatto dannoso sia stato causato da un evento imprevedibile o da una condotta volontariamente negligente di terzi, come nel caso del padre.
2. **Onere di vigilanza e distrazione:**
La presenza di un vigilante o di strutture di sicurezza non può sostituire la responsabilità individuale dei soggetti presenti. La distrazione del padre, che si era fermato a parlare con un conoscente, ha contribuito a creare una situazione di rischio che il Comune, secondo la Cassazione, non poteva prevedere né controllare. La Corte ha evidenziato che la responsabilità del Comune non si estende alle condotte degli individuali presenti, a meno che non ci siano state omissioni specifiche di vigilanza.
3. **Elementi di causalità e prevedibilità:**
La sentenza sottolinea che la responsabilità del Comune non può essere fondata sulla presenza di un rischio generico in mare, ma richiede che l’ente abbia avuto l’obbligo di intervenire per evitare un rischio specifico, prevedibile e concreto. Nel caso esaminato, la distrazione del padre costituisce un evento imprevedibile e volontariamente negligente, che esclude la responsabilità del Comune.
4. **Implica sulla responsabilità genitoriale:**
La decisione ribadisce anche il ruolo primario della responsabilità genitoriale nel garantire la sicurezza dei minori. L’attenzione e la vigilanza dei genitori sono fondamentali e non possono essere sostituite dalle strutture pubbliche.
**Implicazioni pratiche:**
- Le amministrazioni comunali devono dimostrare di aver adottato misure preventive adeguate e di aver svolto un’effettiva vigilanza sulle aree di loro competenza.
- La responsabilità si limita alle omissioni di misure di sicurezza strutturali o di vigilanza che siano state omesse in modo grave e grave.
- La condotta dei soggetti privati presenti può escludere la responsabilità dell’ente pubblico, soprattutto se si tratta di comportamenti volontariamente negligenti o imprevedibili.
**Conclusione:**
La Cassazione, con questa sentenza, ribadisce un principio di fondo secondo cui la responsabilità del Comune di Otranto non può essere attribuita in caso di annegamento di un minore se la causa del fatto deriva da un comportamento negligente di un adulto presente, come la distrazione del padre. La decisione sottolinea l’importanza di distinguere tra rischi prevedibili e evitabili e rischi derivanti da comportamenti volontariamente negligenti di soggetti terzi, contribuendo così a chiarire i limiti della responsabilità degli enti pubblici in materia di sicurezza pubblica e balneare.
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