La sentenza della Cassazione n. 23457 del 2025 sull’ordine di demolizione evidenzia un importante principio di equilibrio tra il rispetto della legalità e la tutela dei diritti fondamentali, in particolare il diritto all’abitazione. La decisione si inserisce nel dibattito giurisprudenziale e normativo relativo alla possibilità di contemperare le esigenze di tutela dell’ordine pubblico e del patrimonio con la tutela dei diritti soggettivi delle persone coinvolte, in particolare delle famiglie e dei soggetti più vulnerabili.
**Contesto e principio di proporzionalità**
La Cassazione sottolinea che l’ordine di demolizione, pur essendo uno strumento coercitivo volto al rispetto delle norme edilizie e urbanistiche, deve essere adottato e attuato nel rispetto del principio di proporzionalità. Questo principio implica che le modalità esecutive dell’ordine devono essere proporzionate alla gravità dell’abuso e alle conseguenze sul soggetto interessato. In altre parole, la demolizione deve essere eseguita in modo tale da evitare sofferenze ingiustificate o danni eccessivi, privilegiando, quando possibile, soluzioni che contemperino l’interesse pubblico con quello della tutela abitativa.
**Rispristino dello stato dei luoghi e diritto all’abitazione**
Il testo evidenzia che il contemperamento tra il ripristino dello stato dei luoghi e il diritto all’abitazione si realizza anche attraverso modalità esecutive che tengano conto delle specificità del caso. La Cassazione riconosce che, in presenza di persone disagiate o vulnerabili, come famiglie con minori o soggetti con disabilità, le misure di demolizione devono essere adottate con particolare attenzione, considerando anche strumenti di assistenza sociale statale. Tali strumenti possono includere, ad esempio, la possibilità di trovare soluzioni alternative di alloggio temporaneo o di adottare modalità di esecuzione più graduali, che permettano di ridurre al minimo i disagi.
**Limitati casi di revoca dell’ordine**
Un punto fondamentale della pronuncia è la precisazione che la revoca dell’ordine di demolizione scatta solo in casi estremamente limitati e motivati, quando si verifica un evidente squilibrio tra l’interesse pubblico e i diritti delle persone coinvolte. La Cassazione ribadisce che la revoca non può essere adottata facilmente o in modo automatico, ma deve essere il risultato di un’attenta valutazione delle circostanze, delle eventuali irregolarità procedurali o delle condizioni di disagio dei soggetti interessati.
**Implicazioni pratiche e giurisprudenziali**
La sentenza rappresenta un importante richiamo alla necessità di adottare un approccio umanistico e proporzionato nell’attuazione delle misure di sgombero e demolizione, evitando che queste si traducano in ingiustificati abusi o in violazioni dei diritti fondamentali. La decisione rafforza il ruolo degli strumenti di assistenza sociale e invita le autorità a considerare soluzioni alternative che possano coniugare il rispetto delle norme con la tutela delle persone più vulnerabili.
**Conclusioni**
In sintesi, la Cassazione n. 23457 del 2025 afferma che l’attuazione dell’ordine di demolizione deve essere guidata dal principio di proporzionalità, tenendo conto delle esigenze di tutela dell’abitazione e delle misure di assistenza sociale. La revoca dell’ordine rappresenta un’eccezione, da adottarsi solo in casi di effettiva e motivata necessità, garantendo così un equilibrio tra la tutela dell’ordine pubblico e i diritti fondamentali delle persone coinvolte. Questa pronuncia contribuisce a delineare un quadro giurisprudenziale più sensibile alle complessità sociali e umanitarie, promuovendo un’applicazione più equa e umana delle norme urbanistiche e edilizie.
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