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18 giugno 2025

Il 15 maggio 2025 la Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) ha emesso una sentenza importante riguardante la sicurezza sociale, in particolare l'integrazione delle pensioni per le donne che beneficiano di una pensione contributiva di vecchiaia e che hanno avuto uno o più figli (cause C-623/24 e C-626/24).

 

Il 15 maggio 2025 la Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) ha emesso una sentenza importante riguardante la sicurezza sociale, in particolare l'integrazione delle pensioni per le donne che beneficiano di una pensione contributiva di vecchiaia e che hanno avuto uno o più figli (cause C-623/24 e C-626/24).

**Contesto della questione**

Il caso nasce dalla richiesta di chiarimenti riguardanti la compatibilità con il diritto UE delle norme nazionali che prevedono un'integrazione specifica delle pensioni di vecchiaia a favore delle donne, in riconoscimento del ruolo di cura svolto durante la maternità. In molte legislazioni europee, questa integrazione mira a ridurre le disparità di genere nel sistema pensionistico, che spesso penalizzano le donne a causa delle interruzioni di carriera legate alla maternità e alle responsabilità familiari.

**Principali punti della pronuncia della CGUE**

1. **Principio di non discriminazione**: La Corte ribadisce che qualsiasi misura che mira a correggere le disparità di genere deve rispettare il principio di non discriminazione sancito dal diritto UE, in particolare dall'articolo 157 TFUE (Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea), che tutela l'uguaglianza di trattamento tra uomini e donne nel settore delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro, estendendosi anche alle prestazioni sociali e alle pensioni.

2. **Compatibilità delle misure nazionali**: La Corte ha confermato che le misure di integrazione delle pensioni basate sul ruolo di cura svolto dalle donne sono compatibili con il diritto UE, purché siano giustificate da obiettivi legittimi come la riduzione delle disparità di genere e siano proporzionate allo scopo.

3. **Condizioni di applicazione**: La Corte ha sottolineato che tali integrazioni devono essere accessibili a tutte le donne che hanno avuto figli, senza discriminazioni arbitrarie, e devono essere basate su criteri oggettivi e trasparenti. Le norme devono inoltre rispettare il principio di proporzionalità, evitando di creare ingiustificate disparità tra le pensioni di donne e uomini.

4. **Integrazione della pensione e ruolo di cura**: La sentenza evidenzia che l'integrazione della pensione alle donne con figli costituisce un riconoscimento del ruolo di cura e di responsabilità familiari, e quindi può essere considerata una misura che mira a correggere le conseguenze di tali responsabilità sul trattamento pensionistico.

5. **Impatti sulla libera circolazione e sulla sicurezza sociale**: La Corte ha sottolineato che tali misure devono rispettare anche i principi di libera circolazione delle persone e delle prestazioni sociali all’interno dell’UE. Pertanto, le norme nazionali devono garantire che le donne beneficiarie possano usufruire di tali integrazioni senza ostacoli ingiustificati.

**Implicazioni pratiche**

- Le norme nazionali che prevedono un’integrazione specifica delle pensioni di vecchiaia per le donne che hanno avuto figli sono considerate compatibili con il diritto UE, a condizione che siano applicate in modo non discriminatorio e proporzionato.

- La sentenza rafforza la legittimità di strumenti di policy mirati a correggere le disparità di genere nel sistema pensionistico, riconoscendo il ruolo di cura come elemento giustificativo.

- Per i sistemi pensionistici nazionali, questo pronunciamento rappresenta una base giuridica per mantenere o introdurre misure di integrazione che tengano conto delle responsabilità familiari delle donne, purché rispettino i principi di uguaglianza e proporzionalità.

**Conclusione**

In sintesi, la decisione della CGUE del 15 maggio 2025 chiarisce che le misure di integrazione delle pensioni di vecchiaia a favore delle donne con figli sono compatibili con il diritto UE, purché siano adottate nel rispetto dei principi di non discriminazione, trasparenza e proporzionalità. Questa sentenza rappresenta un passo importante verso l’uguaglianza di genere nel sistema pensionistico europeo, riconoscendo il ruolo di cura come un fattore che può giustificare specifiche misure di tutela sociale. 

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