L’ordinanza della Cassazione n. 20665 del 2025 affronta un tema centrale in diritto urbanistico e edilizio: la rilevanza della riduzione della volumetria eccedente rispetto alla condonabilità dell’abuso edilizio. In particolare, si evidenzia come la semplice diminuzione della volumetria inizialmente superiore ai limiti consentiti non sia di per sé sufficiente a qualificare l’abuso come sanabile o condonabile.
**Analisi dettagliata del principio giuridico:**
1. **Contesto normativo e giurisprudenziale:**
La normativa italiana, in materia di condono edilizio, prevede che il rilascio di una sanatoria sia subordinato alla conformità dell’opera alle norme urbanistiche e edilizie applicabili. Tuttavia, l’elemento chiave è che l’abuso non possa essere semplicemente "ridimensionato" per ottenere la sanabilità: la riduzione volumetrica, anche se significativa, non elimina automaticamente la natura abusiva dell’intervento.
2. **Significato della riduzione della volumetria:**
La Corte chiarisce che la diminuzione della volumetria eccedente non comporta in sé e per sé la sanabilità dell’abuso. La riduzione può rappresentare un atto di buona fede o di volontà di regolarizzare, ma non elimina la natura abusiva dell’intervento. Essa può incidere sul calcolo delle sanzioni o sulla possibilità di ottenere un condono, ma non rende automaticamente sanabile un abuso edilizio già realizzato.
3. **Impossibilità di “salvare” l’abuso con un semplice intervento correttivo:**
La sentenza sottolinea che la condotta di riduzione della volumetria non può essere considerata una forma di sanatoria automatica. La ratio della norma è quella di evitare che interventi abusivi possano essere sanati tramite semplici operazioni di ridimensionamento, senza il rispetto delle norme di legge e dei piani urbanistici.
4. **Implicazioni pratiche e giuridiche:**
- In presenza di un abuso edilizio, la sola riduzione della volumetria eccedente non consente di considerare l’opera come legittima o condonabile.
- La sanatoria richiede il rispetto complessivo delle norme, non solo la diminuzione quantitativa dell’intervento abusivo.
- La giurisprudenza insiste sulla necessità di un intervento di regolarizzazione che sia conforme alle prescrizioni normative, e non solo sulla riduzione quantitativa della volumetria.
**In conclusione:**
La sentenza n. 20665 del 2025 della Corte di Cassazione ribadisce un principio importante: la riduzione della volumetria eccedente, pur rappresentando un atto volto a regolarizzare, non costituisce di per sé condono o sanatoria dell’abuso edilizio. La completa conformità alle norme urbanistiche e edilizie rimane condizione imprescindibile per la regolarizzazione di un intervento abusivo, e la semplice diminuzione di volumetria non può essere considerata un atto sanatorio automatico.
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