Tar 2025-La pronuncia oggetto di analisi si inserisce nel contesto delle controversie relative al diritto del personale delle forze di polizia ad ordinamento militare, in particolare dell’Arma dei Carabinieri, ad ottenere il riconoscimento di benefici pensionistici e retributivi riconosciuti al personale civile o appartenente ad altri comparti della pubblica amministrazione. La decisione si configura come un importante precedente, in quanto conferma un principio di diritto recentemente sancito dalla Sezione del Consiglio di Stato n. .. del 11 dicembre .., relativo al diritto del personale in quiescenza delle forze di polizia militari di beneficiare di scatti stipendiali figurativi ai fini della liquidazione del trattamento di fine servizio.
**Fatti di causa e domanda del ricorrente**
Il ricorrente, già Appuntato Scelto dell’Arma dei Carabinieri, aveva maturato al momento del congedo oltre 55 anni di età e 35 anni di servizio utile, maturando diritto al trattamento pensionistico. Egli adiva il T.A.R. chiedendo che venisse riconosciuto il suo diritto al computo, ai fini pensionistici, di sei scatti di stipendio, ai sensi dell’art. 6 bis del D.L. 387/1987 e dell’art. 21 della Legge 232/1990, benefici che si traducono in un incremento della liquidazione dell’indennità di buonuscita. Tali scatti figurativi sono riconosciuti, secondo la normativa, a determinate categorie di lavoratori in servizio e, più recentemente, anche a coloro che sono in quiescenza, in virtù di pronunce giurisprudenziali di ultimo indirizzo.
**Inosservanza dell’amministrazione resistente e applicazione dell’art. 74 c.p.a.**
L’amministrazione resistente non si è costituita nel giudizio, nonostante la notifica del ricorso. Ciò comporta un automatismo nella formazione del giudicato e rende il ricorso immediatamente meritevole di accoglimento, in virtù dell’art. 74 c.p.a., che consente al giudice di decidere con sentenza in forma semplificata qualora ravvisi la manifesta fondatezza della domanda. Questa disposizione mira a velocizzare i processi in presenza di questioni che appaiono pacificamente fondate e supportate da un’interpretazione giurisprudenziale consolidata.
**Principio di diritto e motivazione del giudice**
Il giudice, condividendo le recenti pronunce di legittimità, ha ritenuto che il beneficio relativo agli scatti di stipendio figurativi ai fini della liquidazione del trattamento di fine servizio sia riconoscibile anche al personale militare in quiescenza delle forze di polizia ad ordinamento militare, come l’Arma dei Carabinieri, in virtù del principio di parità di trattamento e di uguaglianza tra personale militare e civile, nonché del riconoscimento di benefici analoghi in casi sovrapponibili.
La motivazione si fonda sulla consolidata giurisprudenza, rappresentata dalla citata sentenza n. 18579/2023 del Consiglio di Stato, che ha affermato come il personale appartenente alle forze di polizia ad ordinamento militare debba essere equiparato, ai fini di determinati benefici pensionistici e retributivi, al personale della Polizia di Stato, riconoscendo loro il diritto di percepire gli scatti figurativi ai fini della liquidazione del trattamento di fine servizio.
**Implicazioni e rilevanza della pronuncia**
La sentenza si configura come un’ulteriore conferma della tendenza giurisprudenziale a riconoscere il principio di parità di trattamento tra diverse categorie di lavoratori pubblici e tra personale civile e militare, in ambito di benefici pensionistici e retributivi. Essa rafforza l’orientamento secondo cui i benefici previsti dalla legge e dalle pronunce di legittimità devono essere estesi anche ai militari in quiescenza, in considerazione del loro status e delle peculiarità del loro rapporto di lavoro.
Inoltre, la decisione sottolinea l’importanza di un’attenta interpretazione delle norme e delle pronunce giurisprudenziali, al fine di garantire un’effettiva tutela dei diritti dei lavoratori pubblici e militari, evitando disparità di trattamento ingiustificate. La scelta di applicare il procedimento in forma semplificata, in presenza di una fondatezza manifesta, dimostra anche l’intento del legislatore di favorire una rapida e corretta tutela giurisdizionale dei diritti più certi, senza aggravare inutilmente il procedimento.
**Conclusioni**
In conclusione, la pronuncia del TAR del 2025 si inserisce in un quadro di rinnovato orientamento giurisprudenziale volto a riconoscere ai militari in quiescenza benefici analoghi a quelli riconosciuti al personale civile e alle forze di polizia ad ordinamento civile. Esso rappresenta un importante punto di riferimento per i soggetti interessati e per la difesa dei loro diritti, contribuendo a una più equa e uniforme applicazione delle norme pensionistiche e retributive nel pubblico impiego e nelle forze di polizia.
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