Nel contesto giurisprudenziale della Cassazione nel 2025, si ribadisce che il datore di lavoro ha l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie a prevenire situazioni stressogene che possano arrecare un danno alla salute del lavoratore. In particolare, la Corte sottolinea che il sovraccarico di lavoro rappresenta una delle principali cause di stress professionale e, se non gestito correttamente, può portare a frustrazione personale e professionale, con conseguenze anche di natura dannosa per la salute psico-fisica del lavoratore.
La responsabilità del datore di lavoro si concretizza nell’obbligo di monitorare e regolare il carico di lavoro, assicurando che sia congruo e compatibile con le risorse e le capacità del dipendente. La giurisprudenza evidenzia che un eccessivo carico di lavoro può configurare una violazione dell’obbligo di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, ai sensi del d.lgs. 81/2008 e successive modifiche, e può costituire causa di responsabilità se dimostrato che il datore non ha adottato misure adeguate per prevenire lo stress.
Inoltre, la Corte ha precisato che è responsabilità del datore di lavoro non solo evitare situazioni di sovraccarico, ma anche intervenire tempestivamente quando si manifestano segnali di disagio tra i lavoratori, come segni di stress, burnout o altri disturbi psicosomatici. La corretta gestione del rischio stress lavoro-correlato implica l’adozione di misure organizzative, di monitoraggio e di supporto, nonché di un’adeguata formazione sulla gestione dello stress e del carico di lavoro.
In conclusione, la Cassazione del 2025 ribadisce che il sovraccarico di lavoro costituisce una causa di rischio per la salute del lavoratore e che il datore di lavoro ha l’obbligo giuridico di prevenirlo e di intervenire per limitarne gli effetti, anche attraverso un’organizzazione del lavoro equa e sostenibile, al fine di evitare la nascita di frustrazione personale o professionale che possa derivare da condizioni di grave stress.
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