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27 febbraio 2025

La sentenza della Cassazione n. 5131 del 2025 riguarda la rilevanza penale dell'illecito tributario e la questione del raddoppio dei termini per l'accertamento. In particolare, la Corte stabilisce che la rilevanza penale di un illecito tributario ai fini del raddoppio dei termini per l'accertamento deve essere valutata con riferimento al momento in cui la violazione è stata consumata e, soprattutto, al momento in cui l'accertamento è stato effettuato.

 

La sentenza della Cassazione n. 5131 del 2025 riguarda la rilevanza penale dell'illecito tributario e la questione del raddoppio dei termini per l'accertamento. In particolare, la Corte stabilisce che la rilevanza penale di un illecito tributario ai fini del raddoppio dei termini per l'accertamento deve essere valutata con riferimento al momento in cui la violazione è stata consumata e, soprattutto, al momento in cui l'accertamento è stato effettuato.

Secondo la Cassazione, l'accertamento dell'illecito tributario è da considerarsi concluso al momento della notifica del processo verbale di contestazione e della trascrizione della denuncia all'autorità giudiziaria. È in quel momento che si determina il termine per il possibile raddoppio, ovvero per l'applicazione dei termini più lunghi per la conclusione del procedimento.

La Corte chiarisce che la violazione tributaria e le procedure di accertamento devono essere valutate in base alla data effettiva dell'atto amministrativo che segnala il compimento dell'accertamento (ad esempio, la notifica di un verbale di contestazione) e non solo sulla base del momento in cui si è consumato il fatto illecito. Questo principio chiarisce la tempistica e la procedura da seguire per determinare l'applicazione del raddoppio dei termini, facendo riferimento agli atti concreti di accertamento.

 

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