Translate

10 agosto 2025

La sentenza della Cassazione n. 28910/2025 riguardante la distruzione di documenti contabili evidenzia alcuni aspetti fondamentali in materia di reati informatici e di gestione dei documenti fiscali.

 

La  sentenza della Cassazione n. 28910/2025 riguardante la distruzione di documenti contabili evidenzia alcuni aspetti fondamentali in materia di reati informatici e di gestione dei documenti fiscali.

**Contesto e punti salienti della pronuncia:**

1. **Reato di distruzione di documenti contabili:**  
La Corte si pronuncia sulla configurabilità del reato laddove si utilizzi un modello Excel per la produzione di fatture, senza però procedere al salvataggio definitivo di tali documenti. La questione centrale riguarda l’elemento oggettivo del reato, cioè la distruzione di documenti contabili, e come questa si possa verificare anche in assenza di un intervento materiale su file già esistenti, ma piuttosto sulla mancata conservazione o sulla gestione temporanea dei dati.

2. **Distinzione tra distruzione e occultamento:**  
La sentenza sottolinea che, se un primo giudice ha qualificato il fatto come distruzione e un secondo come occultamento, questa divergenza non influisce sulla qualificazione della condotta all’interno della stessa fattispecie penale. In altre parole, entrambe le condotte, pur avendo qualificazioni diverse, possono ricadere sotto l’ambito del reato di distruzione o occultamento di documenti, a seconda delle modalità concrete del fatto.

3. **Inquadramento della condotta come reato a consumazione istantanea:**  
Un aspetto cruciale riguarda la natura del reato: si tratta di un reato a consumazione istantanea, cioè un fatto che si perfeziona nel momento in cui si realizza la distruzione o l’occultamento. La Corte ribadisce che, affinché si possa far valere la distruzione come reato, spetta all’imputato fornire la prova che la condotta si sia effettivamente consumata, ossia che i documenti siano stati distrutti e non semplicemente nascosti o resi inaccessibili.

**Implicazioni pratiche e interpretative:**

- **Utilizzo di strumenti digitali:**  
La sentenza evidenzia come anche l’utilizzo di strumenti digitali, come i fogli Excel, possa costituire un comportamento rilevante ai fini penali di distruzione o occultamento di documenti contabili, anche se non si procede al salvataggio formale o definitivo dei file.

- **Prova della distruzione:**  
L’onere della prova ricade sull’imputato, il quale deve dimostrare che la condotta si sia perfezionata come distruzione, non solo come occultamento o semplice gestione temporanea dei dati.

- **Imprecisioni e divergenze interpretative tra giudici:**  
La pronuncia chiarisce che le divergenze tra giudici in merito alla qualificazione del fatto non alterano la natura della condotta come reato di distruzione, purché questa sia correttamente accertata dal punto di vista fattuale e dimostrata dall’imputato.

**Considerazioni finali:**

La sentenza Cassazione n. 28910/2025 si inserisce in un quadro giurisprudenziale che tende a chiarire i limiti e gli ambiti di applicazione delle norme sulla distruzione di documenti contabili, con particolare attenzione alle modalità digitali di gestione dei dati. La decisione sottolinea l’importanza della prova e della corretta qualificazione della condotta, evidenziando come anche azioni di gestione temporanea o di mancato salvataggio possano assumere rilevanza penale se configurano una distruzione o occultamento di documenti fiscali.

In sintesi, questa pronuncia rafforza l’orientamento secondo cui la distruzione di documenti, anche digitali, costituisce reato a condizione che si dimostri concretamente il fatto consumato, e che la qualificazione giuridica della condotta dipende dall’effettivo comportamento dell’imputato, non dalle interpretazioni dei giudici in merito alla natura di tale comportamento. 

Nessun commento:

Posta un commento