Nel caso specifico, la Cassazione ha confermato che il conducente, che procedeva di notte a bassa velocità, non può essere ritenuto responsabile per il danno subito a causa dell’impatto con un cinghiale. La motivazione risiede nel fatto che, in condizioni di scarsa visibilità e di presenza di animali selvatici, la condotta del guidatore non può essere considerata negligente o imprudente. La sentenza sottolinea inoltre come, in presenza di animali selvatici, la responsabilità può derivare anche dal proprietario o dall’ente incaricato della gestione del territorio, qualora non siano state adottate misure di prevenzione adeguate.
Il principio di diritto consolidato in questa pronuncia ribadisce che, in casi di incidenti con animali selvatici, la responsabilità può essere attribuita a terzi solo se si dimostra che questi avevano l’obbligo di prevenire il danno e non hanno adottato le misure idonee. La sentenza, quindi, rafforza il ruolo della prudenza del conducente e la necessità di adottare ogni cautela possibile, ma riconosce che in determinate circostanze il danno può essere considerato inevitabile, e quindi, il risarcimento può essere riconosciuto a favore del danneggiato.
In conclusione, la pronuncia del 2025 rappresenta un importante punto di riferimento in materia di responsabilità civile per incidenti con animali selvatici, chiarendo che la responsabilità del conducente può essere esclusa qualora si dimostri che l’incidente si è verificato in condizioni di imprevedibilità e di inevitabilità, e che il risarcimento del danno è dovuto se si prova che l’incidente non è stato causato da negligenza del guidatore.
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