Cassazione 2025 – la Suprema Corte affronta la questione relativa all’indennità di buonuscita evidenzia un principio fondamentale riguardante il calcolo di tale trattamento. In particolare, la Corte sottolinea che l’indennità di buonuscita, prevista per i lavoratori pubblici e privati, deve essere calcolata sulla base di un’accurata determinazione della retribuzione esatta del dipendente al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
**Punti chiave della pronuncia:**
1. **Importanza dell’ammontare esatto della retribuzione:**
La Corte evidenzia che l’Ente previdenziale o l’ente erogatore dell’indennità di buonuscita ha bisogno di conoscere con precisione l’ammontare della retribuzione percepita dal lavoratore per poter procedere correttamente al calcolo della prestazione. La retribuzione, infatti, rappresenta il parametro di base su cui si applicano le formule di calcolo previste dalla normativa.
2. **Requisito di certezza del dato retributivo:**
La Cassazione sottolinea che l’ammontare della retribuzione non può essere assunto in modo vago o approssimativo, ma deve essere definito con certezza, includendo tutti gli elementi retributivi riconosciuti e maturati al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
3. **Implicazioni pratiche:**
La mancata determinazione precisa della retribuzione può comportare ritardi nel pagamento dell’indennità di buonuscita e può generare contenziosi tra lavoratore e ente previdenziale. Pertanto, è essenziale che il datore di lavoro e gli enti coinvolti dispongano di tutta la documentazione utile a certificare l’effettiva retribuzione percepita dal lavoratore.
4. **Applicazione del principio:**
La pronuncia si inserisce nel solco di un orientamento consolidato della giurisprudenza, che mira a garantire trasparenza e correttezza nel calcolo delle prestazioni previdenziali e assistenziali, affermando che il valore della retribuzione costituisce il presupposto indispensabile per un calcolo equo e conforme alla legge.
**Conclusioni:**
Per un corretto calcolo dell’indennità di buonuscita, l’Ente previdenziale deve basare il proprio operato su una quantificazione precisa e documentata della retribuzione del lavoratore. La pronuncia della Cassazione ribadisce l’importanza di questa regola, sottolineando che l’elemento fondamentale è rappresentato dall’ammontare esatto della retribuzione, senza il quale il calcolo non può essere considerato corretto né legittimo.
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