La sentenza della Cassazione n. 20939/2025 fornisce un importante chiarimento in merito alla configurabilità del reato nel contesto di interventi di chirurgia plastica eseguiti in strutture ambulatoriali.
**Contesto e fatti principali**
La vicenda riguarda un chirurgo plastico che ha eseguito un intervento di mastoplastica additiva e successiva sostituzione delle protesi in una struttura ambulatoriale. La questione centrale riguarda la legittimità e la conformità alle norme di tale intervento, nonché le eventuali responsabilità penali del medico.
**Principi giuridici e motivazioni della Cassazione**
La Corte di Cassazione sottolinea che la pratica della chirurgia plastica, anche in strutture ambulatoriali, deve rispettare specifici requisiti di sicurezza, autorizzazione e qualificazione professionale. La normativa vigente impone che tali interventi, soprattutto se invasivi e con rischi rilevanti, siano eseguiti in strutture autorizzate e sotto la supervisione di personale qualificato, con tutte le cautele del caso.
Nel caso in esame, la Cassazione ha ritenuto che il medico abbia commesso reato per le seguenti ragioni:
- **Mancanza di autorizzazione**: L’intervento è stato eseguito in una struttura non autorizzata o priva delle necessarie certificazioni e autorizzazioni sanitarie, rendendo l’atto illecito.
- **Difetto di sicurezza**: Le strutture ambulatoriali possono essere idonee, ma solo se rispettano determinati standard di sicurezza e conformità normativa. La mancanza di tali requisiti configura un comportamento negligente o doloso rispetto alle norme di sicurezza.
- **Responsabilità professionale**: La Cassazione ribadisce che il medico ha l’obbligo di operare in condizioni che garantiscano la sicurezza del paziente, e l’esecuzione di interventi in strutture irregolari o non idonee può configurare reato di lesioni personali o di altra natura penale, a seconda delle conseguenze.
**Conclusioni della sentenza**
Pertanto, la Corte conferma che commette reato il chirurgo plastico che esegue interventi invasivi come la mastoplastica additiva e la sostituzione delle protesi in strutture non autorizzate o prive delle garanzie di sicurezza e qualificazione richieste dalla legge.
**Implicazioni pratiche**
La sentenza ribadisce l’importanza di operare esclusivamente in strutture autorizzate e sotto la supervisione di personale qualificato, per evitare responsabilità penali e tutelare la salute dei pazienti. Inoltre, si evidenzia come la normativa si applica anche alle procedure di chirurgia estetica ambulatoriale, non essendo sufficiente la semplice presenza di un medico qualificato, ma anche il rispetto di tutte le norme di sicurezza e autorizzazione.
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