Translate

23 giugno 2025

Cassazione 2025-la sentenza della Suprema Corte affronta un tema cruciale e delicato nel diritto dell’informazione e della tutela della privacy: il bilanciamento tra il diritto all’oblio e il diritto di cronaca giudiziaria. La pronuncia rappresenta un importante punto di riferimento per comprendere come la giurisprudenza europea e italiana si confronti con le sfide poste dall’era digitale, in particolare in relazione alla gestione delle informazioni sensibili e alla tutela della reputazione individuale.

 

Cassazione 2025-la  sentenza della Suprema Corte  affronta un tema cruciale e delicato nel diritto dell’informazione e della tutela della privacy: il bilanciamento tra il diritto all’oblio e il diritto di cronaca giudiziaria. La pronuncia rappresenta un importante punto di riferimento per comprendere come la giurisprudenza europea e italiana si confronti con le sfide poste dall’era digitale, in particolare in relazione alla gestione delle informazioni sensibili e alla tutela della reputazione individuale.

### Analisi della sentenza

La Corte di Cassazione sottolinea che, nel giudizio di bilanciamento tra il diritto all’oblio e il diritto di cronaca, la valutazione del giudice di merito non può essere censurata in Cassazione se si limita a verificare la correttezza del metodo e il rispetto dei criteri di ragionevolezza e proporzionalità. Questo significa che il ruolo del giudice non è quello di accertare la verità storica del fatto, ma di condurre un’analisi equilibrata sulla rilevanza pubblica delle informazioni e sulla loro attuale pertinenza.

In particolare, la Corte evidenzia che il diritto fondamentale alla autodeterminazione informativa, che risiede nel controllo delle informazioni che definiscono l’immagine sociale di una persona, si inserisce in un contesto di valori costituzionali complessi. La valutazione del singolo fatto concreto, in questo senso, penetra nel cuore delle valutazioni di bilanciamento, coinvolgendo elementi quali:
- **La notorietà dell’interessato**: maggiore è la notorietà, più forte può essere il diritto alla privacy.
- **Il coinvolgimento nella vita pubblica**: un soggetto pubblico può essere soggetto a un diverso trattamento rispetto a un privato.
- **L’oggetto della notizia**: la rilevanza e la pertinenza dell’informazione rispetto all’interesse pubblico.
- **Il tempo trascorso**: con il passare del tempo, il peso delle notizie può diminuire, favorendo il diritto all’oblio.

### Implicazioni pratiche

Nel caso specifico, l’interessato era stato assolto da un’accusa grave (appartenenza a un’associazione mafiosa), dopo una condanna in secondo grado e una successiva sentenza di Cassazione che aveva confermato l’assoluzione. La richiesta di deindicizzazione riguardava notizie relative a questa vicenda giudiziaria.

La decisione di non censurare automaticamente la richiesta di eliminazione delle notizie dal motore di ricerca, evidenzia come la giurisprudenza italiana sia sensibile alla tutela della reputazione personale, soprattutto quando l’interessato ha ottenuto un’assoluzione definitiva e il fatto non ha più rilevanza pubblica attuale.

### Quadro di riferimento del diritto all’oblio

La pronuncia si inserisce nel più ampio quadro del diritto all’oblio, riconosciuto anche a livello europeo, in particolare dalla Corte di Giustizia dell’UE nella nota sentenza Google Spain (2014). Si tratta di un diritto che consente agli individui di richiedere la rimozione di informazioni obsolete o irrilevanti, che possano arrecare danno alla loro reputazione o privacy, soprattutto in un’epoca in cui le informazioni sono facilmente accessibili e permanenti.

Tuttavia, il diritto all’oblio deve essere bilanciato con il diritto di cronaca e di informazione, riconosciuti come fondamentali per una società democratica, e con il diritto del pubblico a conoscere fatti di interesse pubblico.

### Conclusioni

La sentenza in esame afferma con chiarezza che il giudizio di bilanciamento tra diritto all’oblio e diritto di cronaca è complesso e richiede una valutazione attenta e motivata, che tenga conto di molteplici fattori e che sia rispettosa dei limiti del metodo adottato. La censura in Cassazione è ammessa solo in presenza di errori di metodo o di violazioni dei principi di ragionevolezza e proporzionalità, non semplicemente sulla base di contestazioni sulla rilevanza dei fatti o sulla loro veridicità storica.

In definitiva, questa pronuncia rafforza il principio che il diritto all’oblio può prevalere solo quando il bilanciamento con la cronaca risulta irragionevole o sproporzionato, introducendo un criterio di attenzione e di rispetto delle valutazioni di merito che devono essere motivate e motivate adeguatamente. È una conferma della delicatezza e della complessità del tema, che richiede un’attenta interpretazione delle esigenze di tutela della privacy senza sacrificare il diritto fondamentale all’informazione.
 

 

Nessun commento:

Posta un commento