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05 maggio 2025

Corte dei Conti 2025- Il ricorrente, ex pubblico dipendente e già ispettore della Polizia di Stato, ha presentato un ricorso con ricorso depositato il .., volto a ottenere il riconoscimento dell’esenzione IRPEF sulla pensione che gli viene erogata in qualità di vittima del dovere e suo superstite. La domanda nasce dall’applicazione di specifiche norme di legge che prevedono benefici fiscali per le vittime del dovere e i loro familiari superstiti.

 

Corte dei Conti 2025- Il ricorrente, ex pubblico dipendente e già ispettore della Polizia di Stato, ha presentato un ricorso con ricorso depositato il .., volto a ottenere il riconoscimento dell’esenzione IRPEF sulla pensione che gli viene erogata in qualità di vittima del dovere e suo superstite. La domanda nasce dall’applicazione di specifiche norme di legge che prevedono benefici fiscali per le vittime del dovere e i loro familiari superstiti.

Aspetti normativi rilevanti
Le norme di riferimento sono:
- L’articolo 3, comma 2, della legge 206/2004, che introduce benefici fiscali per determinate categorie di pensionati, tra cui le vittime del dovere.
- La legge 232/2016, che ha modificato alcune disposizioni relative ai trattamenti pensionistici di queste categorie.
- La legge 407/1998 e la legge 266/2005, che stabiliscono esenzioni e benefici fiscali in favore di vittime del dovere e loro superstiti, con specifico richiamo all’articolo 1, commi 563 e 564, della legge 266/2005.

Il punto centrale della normativa è che, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge 232/2016, i benefici fiscali si applicano ai trattamenti pensionistici delle vittime del dovere e dei loro superstiti, secondo quanto previsto dall’articolo 2, commi 5 e 6, della legge 407/1998, e dall’articolo 3, comma 2, della legge 206/2004.

La posizione dell’INPS
L’INPS, con provvedimento del 30 maggio 2022 (n. 50612507), ha chiarito che l’esenzione IRPEF prevista per le vittime del dovere non si applica automaticamente ai pensioni dei familiari superstiti, qualora il diritto a tali pensioni sia autonomo rispetto a quello del de cuius, cioè della vittima del dovere stessa. In altre parole, la normativa non riconosce un’esenzione generalizzata ai superstiti, ma la limita alle pensioni di vittime del dovere, con un’interpretazione restrittiva.

Analisi del caso e posizione della Corte dei Conti
La Corte dei Conti, in sede di giudizio, si trova a dover interpretare il diritto del ricorrente alla esenzione IRPEF, considerando:
1. L’applicabilità della normativa vigente, con particolare attenzione alle disposizioni di legge che estendono i benefici fiscali alle vittime del dovere e ai loro superstiti.
2. La natura del diritto del ricorrente, che è un superstite di vittima del dovere, e l’effettiva qualificazione della pensione come trattamento soggetto a esenzione.
3. La posizione dell’INPS, che ha chiarito che l’esenzione non si applica alle pensioni dei superstiti, se il diritto è autonomo rispetto a quello del de cuius.

La Corte potrebbe quindi adottare una posizione che si allinea con l’interpretazione restrittiva dell’INPS, ritenendo che:
- La normativa vigente non attribuisce automaticamente l’esenzione IRPEF ai superstiti di vittime del dovere, ma si limita alle pensioni di tali vittime.
- La qualificazione del diritto e la natura della pensione del ricorrente devono essere analizzate nel contesto di questa normativa, valutando se rientri tra le categorie di beneficiari di esenzione.

Conclusioni e possibili sviluppi
Se la Corte dei Conti dovesse confermare la posizione dell’INPS, il ricorrente potrebbe non ottenere l’esenzione IRPEF sulla propria pensione, rimanendo soggetto all’imposizione fiscale ordinaria.

Al contrario, qualora la Corte ritenesse che la normativa debba essere interpretata in modo più estensivo, estendendo i benefici alle pensioni dei superstiti in quanto tali, potrebbe riconoscere al ricorrente il diritto all’esenzione.

In ogni caso, la decisione dipenderà dall’interpretazione della normativa vigente, dalla qualificazione del rapporto tra vittima del dovere e superstite, e dall’analisi del testo di legge e delle pronunce amministrative e giurisprudenziali precedenti.

In conclusione, la posizione della Corte dei Conti nel 2025 si inserisce nel quadro di un’interpretazione normativa che tende a rispettare il principio di legalità e a definire con precisione i benefici fiscali spettanti alle categorie di beneficiari, mantenendo alta attenzione alle disposizioni di legge e alle interpretazioni ufficiali degli enti previdenziali.

 
 

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