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08 aprile 2025

Tar 2025- Il presente ricorso si fonda su solide basi giuridiche e si propone di chiarire e affermare il diritto dei richiedenti al beneficio dei sei scatti, come stabilito dall’art. 6-bis del d.l. 21 settembre 1987 n. 387, modificato dall’articolo 21 della legge n. 232/1990. Questa disposizione è di cruciale importanza per il personale della Polizia di Stato e delle forze di polizia con qualifiche equiparate, e merita un’interpretazione attenta e rigorosa.

 

 

Tar 2025- Il presente ricorso si fonda su solide basi giuridiche e si propone di chiarire e affermare il diritto dei richiedenti al beneficio dei sei scatti, come stabilito dall’art. 6-bis del d.l. 21 settembre 1987 n. 387, modificato dall’articolo 21 della legge n. 232/1990. Questa disposizione è di cruciale importanza per il personale della Polizia di Stato e delle forze di polizia con qualifiche equiparate, e merita un’interpretazione attenta e rigorosa.

Il primo comma dell’articolo in questione riconosce esplicitamente il diritto ai sei scatti per il personale che cessa dal servizio per motivi di età, inabilità permanente o decesso. Inoltre, il secondo comma estende tale beneficio a coloro che richiedono di essere collocati in quiescenza, a condizione di aver raggiunto i 55 anni di età e 35 anni di servizio utile. È importante sottolineare che la richiesta di collocamento in quiescenza deve essere presentata entro il 30 giugno dell'anno in cui si raggiungono i requisiti di età e servizio; tuttavia, per coloro che hanno già maturato tali requisiti alla data di entrata in vigore della norma, il termine è fissato al 31 dicembre 1990.

In virtù di un consolidato orientamento giurisprudenziale, che trova riscontro sia nella giurisprudenza di merito che in quella di legittimità, il Collegio ritiene che il beneficio dei sei scatti debba essere riconosciuto anche a coloro che si trovano nelle condizioni previste dal secondo comma, senza che il termine di presentazione della domanda possa essere considerato come un limite di carattere decadenziale. Tale interpretazione è fondamentale per garantire una corretta applicazione della norma e per tutelare i diritti dei lavoratori coinvolti.

È essenziale, pertanto, che il Collegio consideri con attenzione le circostanze del caso e le posizioni giuridiche già consolidate, al fine di giungere a una decisione che rispetti i principi di equità e giustizia. La questione in esame non riguarda solo l’applicazione di una norma, ma rappresenta anche un importante riconoscimento del valore del servizio prestato da parte del personale della Polizia di Stato e delle forze di polizia, il quale merita di essere adeguatamente tutelato e valorizzato.

In conclusione, si invita il Collegio ad accogliere il ricorso sulla base delle ragioni esposte, ripristinando così i diritti dei ricorrenti e confermando l’interpretazione corretta e giusta della norma in oggetto.





 

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