La sentenza della Cassazione n. 12002 del 2025 affronta un tema di grande rilevanza giuridica e sociale: l'esecuzione del mandato di arresto europeo (MAE) e i diritti fondamentali della persona coinvolta. La Corte ribadisce un principio fondamentale che permea il diritto europeo e internazionale: il rispetto della dignità umana, che deve essere garantito in ogni fase del procedimento di estradizione o di esecuzione di un mandato di arresto.
Principi Fondamentali
Il richiamo all'articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e all'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) è cruciale. Questi articoli vietano esplicitamente il trattamento inumano o degradante, stabilendo una protezione assoluta per i diritti della persona. La Cassazione sottolinea che, nell'ambito dell'esecuzione del MAE, è imprescindibile garantire che il trattamento riservato alla persona da consegnare non violi questi diritti fondamentali.
Presunzione di Condotta Conforme
La sentenza stabilisce che sussiste una presunzione di condotta conforme ai principi di rispetto dei diritti umani da parte degli Stati membri dell'Unione europea. Tuttavia, tale presunzione non è incondizionata. Se la difesa riesce a fornire "fonti attendibili, specifiche e aggiornate" che dimostrano una violazione dei diritti umani nel paese richiedente, questa presunzione può essere contestata. Ciò implica una responsabilità significativa per la difesa, che deve presentare evidenze concrete e verificabili per supportare le proprie affermazioni.
Implicazioni Pratiche
Le implicazioni di questa sentenza sono notevoli. Da un lato, rafforzano il sistema di protezione dei diritti umani all'interno dell'Unione europea, garantendo che nessuna persona possa essere consegnata a un paese dove rischia di subire trattamenti inumani o degradanti. Dall'altro lato, pongono una sfida per le difese legali, che devono essere preparate ad affrontare la presunzione di conformità, raccogliendo e presentando prove solide per contestare la validità del MAE.
Conclusione
In sintesi, la Cassazione n. 12002 del 2025 rappresenta un passo importante nella salvaguardia dei diritti fondamentali nell'ambito dell'esecuzione del mandato di arresto europeo. La sentenza riafferma che il rispetto della dignità umana deve essere al centro di ogni procedura giuridica, richiamando l'attenzione sulla necessità di un equilibrio tra la cooperazione giudiziaria europea e la protezione dei diritti individuali. La sfida futura sarà quella di garantire che tutte le parti coinvolte, dai giuristi agli organi di giustizia, operino nel rispetto di questi principi essenziali.
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