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24 settembre 2025

Tar 2025 - Obbligo risarcitorio: ex art. 2087 c.c., il datore di lavoro (ora, Ministero della Difesa e/o Ministero dell’Interno) è theoretically responsabile per i danni ingiusti subiti dal prestatore di lavoro in conseguenza della gestione dell’azienda e della sicurezza sul luogo di lavoro, salvo che dimostri di aver adottato ed attuato tutte le misure idonee a evitare il danno.

 

Tar 2025 - Obbligo risarcitorio: ex art. 2087 c.c., il datore di lavoro (ora, Ministero della Difesa e/o Ministero dell’Interno) è theoretically responsabile per i danni ingiusti subiti dal prestatore di lavoro in conseguenza della gestione dell’azienda e della sicurezza sul luogo di lavoro, salvo che dimostri di aver adottato ed attuato tutte le misure idonee a evitare il danno.

- Vittima del dovere (L. 226/2005, art. 1, comma 563): riconoscimento di particolari tutele ed eventuali forme di indennizzo/pensione per chi, in seguito a eventi di servizio, soffre danni fisici o psichici connessi al dovere di servizio.

- Condotta lesiva successiva e nesso di causalità: il quadro descrive una lesione iniziale grave durante il servizio, seguito da una rialimentazione lavorativa in condizioni potenzialmente lesive (ambiente insalubre, esposizione a incidenti e scenari traumatici). È fondamentale accertare se, e in che misura, tali esposizioni ulteriori siano causalmente collegate al danno complessivo o se esse costituiscano nuove pretese risarcitorie autonome.

2) Argomenti chiave per la domanda risarcitoria

- Danno ingiusto derivante dall’incidente iniziale: va dimostrato il nesso causale tra la perdita di aderenza del veicolo, lo scontro e i postumi permanenti che hanno reso idoneo al servizio soltanto in modo limitato o non più idoneo al servizio militare incondizionato.

- Responsabilità datoriale ex art. 2087 c.c.: occorre dimostrare che il comportamento dell’amministrazione non sia stato accompagnato dall’adozione delle misure idonee di tutela e che tale negligenza sia stata causa efficiente del danno.

- Danno d’indennità e/o risarcimento: si distingue tra danno biologico (postumi permanenti), lucro cessante, danno morale e, se del caso, danno patrimoniale correlato alle spese mediche/di riabilitazione.

- Vittima del dovere: la statuizione favorevole (sulla base della L. 226/2005) aumenta le probabilità di riconoscimenti economici e di benefici; occorre verificare se l’amministrazione abbia già riconosciuto tale status e quali prestazioni siano a esse correlate.

- Condotta post-incidente e danni ulteriori: l’esposizione a un ambiente “insalubre” e a scenari di incidenti reiterati può costituire ulteriore danno lavorativo. Occorre valutare:

- esistenza di danno biologico/psichico o psicosociale derivante da tale esposizione;

- nesso di causalità tra tale esposizione e la compromissione della salute successiva al congedo o fino ad esso;

- eventuali responsabilità parallele dell’amministrazione per mancata tutela o riorganizzazione in postazione non idonea.

- Auto-posizioni e diritti derivi: coerenza tra le diverse fasi (incidente iniziale, convalescenza, reinsediamento in servizio, congedo) e la copertura assicurativa o risarcitoria prevista.

3) Questioni procedurali e strategiche

- Prova del nesso causale: documenti medici, referti, certificazioni di danno permanente, relazione sul posto di lavoro, valutazioni INAIL o equivalenti possono supportare la tesi di danno derivante dall’incidente iniziale e dalla successiva esposizione.

- Titolarità al risarcimento: verificare se persiste la liquidazione per “vittima del dovere” e l’eventuale continuità tra la prestazione principale (risarcimento danni) e le eventuali ulteriori pretese connesse al periodo di servizio.

- Termine per azione: verificare i termini di prescrizione/diritto all’azione risarcitoria (tipicamente decorsi dieci anni per azioni dinanzi al giudice civile relativi a danni, salvo particolari istituti di tutela o amministrativi).

- Bilanciamento tra pubbliche riserve: se la domanda è proposta contro due ministeri, verificare eventuali responsabilità solidali o distinte, nonché la gestione unitaria delle casse di previdenza/assistenza per i militari.

- Strategie di miglior tutela: se non è già avvenuto, considerare mediazione o negoziazione amministrativa per ottenere riconoscimenti economici e cure, oltre a eventuali pensioni/indennizzi.

4) Possibili estremi di analisi o difesa

- Difesa amministrativa: l’amministrazione potrebbe contestare la causalità o l’inesistenza di negligenza organizzativa, o la legittimità del riconoscimento “vittima del dovere” come causa di risarcimento integrale.

- Limiti dell’indennizzo: verificare le clausole di risarcimento e le eventuali franchigie o limiti di importo, nonché la compatibilità con altre forme di tutela (pensione, indennità di servizio, ecc.).

- Precedenti giurisprudenziali: raccogliere giurisprudenza recente sulle responsabilità degli enti pubblici in contesti simili (infortunio sul lavoro, danno derivante dall’esposizione a scenari traumatici durante il servizio, e riconoscimento di stato di “vittima del dovere”).

5) Azioni consigliate

- Raccogliere documentazione completa: referti medici, certificazioni di invalidità, rapporto di convalescenza, documentazione sull’ambiente di lavoro successivo, atti di riconoscimento come “vittima del dovere”.

- Consultare un avvocato specializzato in diritto del lavoro, responsabilità della pubblica amministrazione e diritto previdenziale per una verifica puntuale del nesso causale e delle possibilità di azione.

- Valutare azione giudiziaria o forme di domanda amministrativa/stragiudiziale di risarcimento, tenendo conto della prescrizione e delle procedure alternative (accesso, conciliazione, ricorsi amministrativi).



 

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