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11 giugno 2025

Corte dei Conti 2025-Il caso in esame riguarda un ricorrente, ex militare del Corpo della Guardia di Finanza, che ha cessato il servizio il 1 dicembre 2017 a causa di un’inabilità, e che percepisce una pensione calcolata con il sistema misto. Il ricorrente impugna un provvedimento dell’INPS del 12 agosto 2022, con cui è stato recuperato un importo di € 8.648,76, ritenendolo illegittimo e chiedendo che tale importo venga ridimensionato e che venga riconosciuto che solo € 1.373,61 sono effettivamente indebitamente trattenuti. Inoltre, chiede che l’INPS sia condannato a restituire le somme trattenute in eccesso, pari a € 7.275,00, oltre agli interessi legali.

 

Corte dei Conti 2025-Il caso in esame riguarda un ricorrente, ex militare del Corpo della Guardia di Finanza, che ha cessato il servizio il 1 dicembre 2017 a causa di un’inabilità, e che percepisce una pensione calcolata con il sistema misto. Il ricorrente impugna un provvedimento dell’INPS del 12 agosto 2022, con cui è stato recuperato un importo di € 8.648,76, ritenendolo illegittimo e chiedendo che tale importo venga ridimensionato e che venga riconosciuto che solo € 1.373,61 sono effettivamente indebitamente trattenuti. Inoltre, chiede che l’INPS sia condannato a restituire le somme trattenute in eccesso, pari a € 7.275,00, oltre agli interessi legali.

**Analisi dettagliata del contesto e delle questioni principali:**

1. **Origine del recupero e natura del debito**:  
   Il recupero effettuato dall’INPS si riferisce a una presunta eccedenza nel trattamento pensionistico riconosciuto al ricorrente, comprensiva della tredicesima mensilità e della pensione annua lorda, nel periodo dall’1 dicembre 2017 al 30 settembre 2022. Tale recupero è stato motivato dall’INPS come un recupero di somme pagate in eccesso.

2. **Errori dell’INPS e sentenza di condanna**:  
   Il ricorrente sostiene che l’indebito deriva da errori commessi dall’INPS durante l’esecuzione di una sentenza di condanna (nr. 73 del 6 novembre 2019), emanata da questa Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti. Tale sentenza è stata successivamente riformata parzialmente in appello, ma l’elemento centrale è che il pensionato non ha agito con dolo o colpa nel causare l’errore.

3. **Impatto della sentenza sulla posizione del pensionato**:  
   La sentenza di condanna originaria e la sua successiva riforma hanno influito sulla determinazione delle somme spettanti al pensionato. Tuttavia, l’assenza di dolo o colpa da parte del ricorrente indica che eventuali errori sono attribuibili all’INPS, e non a una condotta dolosa o colposa del pensionato.

4. **Calcolo e limite del debito indebito**:  
   Il ricorrente chiede di riconoscere che l’unica somma effettivamente indebitamente trattenuta è di € 1.373,61, mentre la somma più elevata di € 8.648,76 sarebbe stata calcolata o trattenuta in modo erroneo dall’INPS. La richiesta di condanna mira anche a ottenere la restituzione delle somme trattenute oltre l’importo effettivamente indebito, pari a € 7.275,00.

5. **Interessi legali**:  
   Il ricorrente chiede inoltre che siano riconosciuti gli interessi legali sulla somma indebitamente trattenuta, a decorrere dalla data di trattenuta o dalla data di richiesta di rimborso.

**Considerazioni sulla posizione della Corte dei Conti e sulla legittimità del recupero:**

- **Legittimità del recupero**:  
  La Corte dei Conti e l’INPS devono verificare se il recupero sia stato effettuato correttamente, in conformità con i principi di buona fede e di corretta gestione previdenziale. La presenza di errori dell’INPS, riconosciuti come non dolosi, può giustificare una riduzione o un esonero totale dal rimborso di somme non dovute.

- **Importo effettivamente indebito**:  
  La richiesta di ridimensionamento del debito a € 1.373,61 indica che l’INPS avrebbe calcolato un importo superiore senza adeguata giustificazione o sulla base di errori. La Corte dovrà valutare i documenti e le risultanze contabili per stabilire con precisione l’effettivo importo indebitamente trattenuto.

- **Recupero e responsabilità**:  
  In assenza di dolo o colpa grave da parte del pensionato, la responsabilità dell’erroneo calcolo o della trattenuta sproporzionata potrebbe essere attribuita all’INPS, che potrebbe essere condannata a restituire le somme trattenute in eccesso.

**Conclusioni:**

- La presente causa si inserisce in un contesto di verifica sulla correttezza delle operazioni di recupero di somme pensionistiche effettuate dall’INPS in relazione a un pensionato che ha subito un errore non doloso, con sentenza di condanna che ha modificato la quantificazione delle somme dovute.
- La Corte dei Conti dovrà valutare la fondatezza delle contestazioni del ricorrente, verificare gli importi effettivamente dovuti e stabilire se l’INPS abbia agito correttamente o se, come sostenuto, vi siano errori che giustificano la restituzione di somme in eccesso e la condanna al risarcimento.

**In sintesi**, il ricorrente chiede di limitare il recupero a € 1.373,61, ritenendo che le trattenute eccedenti siano illegittime, e di ottenere la restituzione delle somme trattenute oltre tale importo, con applicazione degli interessi legali. La decisione della Corte dei Conti si baserà sulla verifica della legittimità del recupero e sulla corretta interpretazione delle sentenze e delle norme applicabili.


 

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