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17 giugno 2025

Cassazione 2025- la pronuncia relativa a Telecom Italia e alle questioni di privacy conferma e approfondisce le criticità evidenziate dalla normativa e dalla giurisprudenza in materia di trattamento dei dati personali, in particolare nel contesto delle società di telecomunicazioni e delle piattaforme digitali.

 

 

Cassazione 2025- la pronuncia relativa a Telecom Italia e alle questioni di privacy conferma e approfondisce le criticità evidenziate dalla normativa e dalla giurisprudenza in materia di trattamento dei dati personali, in particolare nel contesto delle società di telecomunicazioni e delle piattaforme digitali.

**Contesto e principali punti della sentenza:**

La sentenza conferma la sanzione pecuniaria di 800.000 euro inflitta dal Garante privacy a Telecom Italia, relativa a una serie di violazioni gravi e sistematiche del Codice della Privacy, con una specifica attenzione alla gestione illecita della banca dati dei clienti e alle modalità di comunicazione dei dati a terzi. La decisione definitiva si inserisce in un contesto di criticità già evidenziato nel Tribunale di Milano nel 2019, che ha stabilito la legittimità della sanzione.

**Fatti salienti e motivazioni della Corte:**

- **Gestione illecita della banca dati:** Telecom è stata riconosciuta colpevole di aver gestito in modo illecito una banca dati contenente le informazioni di migliaia di clienti, con comunicazioni a terzi senza il consenso degli interessati. Particolare rilievo è dato al caso dell’errato inserimento del codice fiscale e alla comunicazione dei dati a società di recupero crediti.

- **Assegnazione arbitraria di utenze:** La vicenda riguarda anche l’assegnazione ingiustificata di numerose linee telefoniche (oltre 826 a un unico utente), un'anomalia protrattasi dal 2003 al 2015, che ha coinvolto migliaia di cittadini ignari di tali abusi, evidenziando gravi carenze nella gestione dei dati e nelle procedure di controllo interno.

- **Difesa di Telecom e reiezione delle giustificazioni:** Telecom ha tentato di giustificare le violazioni attribuendo l’errore a anomalie di software durante la migrazione dei dati, sostenendo che si trattava di meri errori tecnici. La Cassazione ha respinto tali argomentazioni, affermando che le condotte illecite persistono e non sono giustificabili come meri malfunzionamenti tecnici.

- **Quantificazione della sanzione:** La Corte ha confermato la sanzione di 800.000 euro, quadruplo rispetto al minimo previsto (200.000 euro), motivando l’aumento sulla base della gravità dell’incidente, dell’impatto sui numerosi utenti ignari e del fatto che Telecom, come leader di settore e con elevato fatturato, non avrebbe adottato misure strutturali tempestive per prevenire tali violazioni.

- **Altra sanzione per invio di newsletter senza consenso:** La Cassazione ha anche confermato la multa per una società di piccole dimensioni, rea di aver inviato newsletter commerciali senza aver acquisito il consenso degli utenti, in violazione dell’articolo 23 del Codice Privacy. La società gestiva un sito di aggregazione di offerte e ha trattato i dati degli utenti per finalità promozionali senza adeguata autorizzazione.

- **Procedura e posizione della società:** La decisione si basa sulla constatazione che la società aveva creato una mailing list e inviato comunicazioni commerciali senza il corretto consenso, configurando un trattamento illecito di dati personali. La società aveva opposto resistenza all’ingiunzione del Garante, ma la Cassazione ha confermato la legittimità della sanzione.

**Implicazioni e riflessioni:**

La sentenza conferma la linea dura della giurisprudenza e dell’Autorità Garante nel tutelare i diritti degli utenti e nel reprimere pratiche illecite di trattamento dei dati personali. In particolare, evidenzia come:

- **La gestione dei dati deve essere conforme alle norme** e le società devono adottare misure tecniche e organizzative adeguate per prevenire errori e abusi, anche in presenza di malfunzionamenti tecnici come quelli attribuiti a software in fase di migrazione.

- **La comunicazione dei dati a terzi** senza consenso rappresenta una violazione grave, che può comportare sanzioni significative, specialmente se si tratta di dati sensibili o di grandi quantità di utenze.

- **L’uso di strumenti di comunicazione diretta (come newsletter)** richiede il rispetto rigoroso delle condizioni di legge, in particolare del consenso informato, e la mancata osservanza può comportare sanzioni anche minori, ma comunque significative.

- **L’entità delle sanzioni** viene rafforzata dal giudice sulla base della gravità del danno arrecato e della dimensione del trattamento illecito, con un’attenzione particolare alle società di grandi dimensioni, che devono essere più attente alle pratiche di compliance.

**Conclusione:**

La sentenza della Cassazione n. (..) rappresenta un monito importante per tutte le aziende operanti nel settore del trattamento dei dati personali, evidenziando come il rispetto delle norme sulla privacy non sia solo un obbligo di legge, ma un elemento fondamentale per tutelare i diritti degli utenti e mantenere la fiducia nel mercato digitale. La decisione sottolinea inoltre la necessità di sistemi di gestione dei dati trasparenti, sicuri e conformi alle disposizioni normative, e invita le imprese a rafforzare le proprie misure di compliance sotto pena di sanzioni significative e danni reputazionali.


SENTENZA 1
 

SENTENZA 2


 
 

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